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Ghirardi insiste: “Che errore vendere il Parma a Taci”

Nonostante la condanna a quattro anni in primo grado l’ex patron crociato non si assume le colpe. “Krause, attento ai poteri forti locali”

Tommaso Ghirardi, ha subìto la condanna di quattro anni in primo grado per bancarotta fraudolenta nel processo relativo al crac del “vecchio” Parma Fc. Ma l’ex patron crociato continua a professare la propria innocenza scagliandosi contro tutto e tutti nel corso di un’intervista a Libero. “Ho commesso un unico, grande errore: cedere il club all’albanese Rezart Taci, peraltro gratis. C’erano 60-70 milioni di debiti, 25 dei quali a una mia controllata dunque 35-45 reali, non 180. Il margine per evitare il fallimento era amplissimo. Invece lui lasciò a quel Manenti, bresciano che non conoscevo. Ho già chiesto scusa tante volte“.

L’ARRIVO. “Venivo dopo Calisto Tanzi, pagai 12 milioni e in più me ne accollai 16 di debiti. Sono stati otto anni e mezzo di soddisfazioni, anche. Avrei dovuto frequentare i salotti bene della città, pago questa ritrosia. Chi arriva da fuori non ha vita facile, lo dico anche al nuovo proprietario Kyle Krause. E’ come avesse comprato Parma, perchè il Parma rappresenta la città nel mondo: si prepari a qualche scherzetto dai poteri forti locali, prima o poi arriveranno“.

RETROSCENA. “Con Corrado ci eravamo confrontati a lungo nel tentativo di provare a salvare il club, ma era già tutto scritto. Nel 2012 andai a cena con quasi tutti i 7 di Nuovo Inizio, proponendo di lasciare loro il 51% gratuitamente per creare un Parma sempre più forte. Due anni più tardi, dopo la privazione dell’Europa League, volevo regalare la maggioranza a due fra questi. Non sostenevo più il peso economico per la batosta morale. Lo sanno l’Upi e il sindaco Federico Pizzarotti“.

OPERATO DI LEONARDI. “In Serie A rimangono 12 giocatori usciti dal nostro settore giovanile o dalla sua politica, a partire da Lapadula“.

LACRIME. “Ho pianto tante volte, anche adesso, se penso a come sono ricordato dai tifosi. Le lacrime sono liberatorie, di rabbia, non di debolezza“.

RAPPORTI.Sono rimasto legato a Giovinco, Crespo, Cassano, Ranieri, Guidolin e Donadoni. Ebbi la fortuna di cenare due volte a casa di Berlusconi, vari pranzi con De Laurentiis. Con Andrea Agnelli sono coetaneo, gli mando sms di complimenti. Con Galliani i rapporti erano buoni, quegli otto anni di Serie A mi avevano portato anche in consiglio di Lega e della fondazione Coni. Ogni reincontro è affettuoso“.

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