Iacoponi e Gagliolo si sono riconfermati, Darmian parte bene ma poi cala
Darmian 6,5 – Arrivato come il grande acquisto (dal Manchester United: in effetti è tanta roba), la perla confezionata da Faggiano per D’Aversa è risultata essere subito decisiva. Il grande impatto con la Serie A ritrovata, quantità e soprattutto qualità, Darmian ha saputo ritagliarsi il suo spazio tanto da – a un certo punto – poter pensare anche a un ritorno in azzurro in vista del prossimo europeo. Quello che è successo dopo lo sappiamo tutti, il lockdown ha impoverito i campi di grandi gesti tecnici. Come i compagni ha accusato un calo comprensibile, allontanandosi dalla forma migliore, ma è stato un tassello importante nel puzzle di D’Aversa.
Laurini 6 – Arrivato come giocatore da ‘seconda linea’, è stato più a lungo fuori che dentro. Nelle scelte di D’Aversa, soprattutto all’inizio, è stato spesso premiato e lui ha dato quanto chiesto. In altre circostanze un po’ meno, ma l’alternativa a destra c’era. Minato da troppi infortuni, è riuscito a ritagliarsi il suo spazio, ma senza problemi fisici avrebbe potuto dire la sua diversamente. E con più continuità, Darmian permettendo.
Iacoponi 7,5 – Una stagione, un’altra, positiva. Tranne che nell’ultimo periodo, per problemi fisici e turnover, D’Aversa lo ha utilizzato sempre per novanta minuti. E anche quest’anno ne ha giocate 36 su 37. Togliendosi la soddisfazione di segnare il primo gol in Serie A nel derby con il Bologna. E poi di replicare l’esultanza contro il Lecce in casa. Insomma. Anche lui è tra quelli valorizzati da D’Aversa, che lo ha scelto come soldato di un esercito pronto a buttarsi in mezzo alla battaglia per lui.
Bruno Alves 7– Il portoghese ha disputato un girone di andata straordinario. Quello di ritorno, segnato dalla pandemia che ha interrotto il ciclo e da qualche acciacco, ha offerto un capitano più vicino ai suoi 38 anni. Ma affidabile comunque e quasi sempre. Certo, contro avversari rapidi ha mostrato qualche limite, ma sulle palle alte ha concesso zero centimetri a tutti. O quasi. Zero gol a referto, l’unico neo di un campionato vissuto da protagonista.
Dermaku 6,5 – Alla fine del ritiro di Prato allo Stelvio pensava di dover partire. E giocare poco. La prima situazione l’ha evitata, la seconda così e così. Eppure si è saputo imporre – quando D’Aversa lo ha chiamato in causa – nello scacchiere tattico di una difesa che lo ha visto spesso in coppia con Iacoponi, meno con Bruno Alves, ma quasi sempre presente a livello di concentrazione e attenzione. Affidabile anche lui sui palloni aerei, quando l’artiglieria pesante ha avuto bisogni di rinforzi, lui ha risposto spesso con garanzia di successo.
Gagliolo 7,5 – Stagione particolare per lui. La convocazione con la Nazionale svedese è stato l’apice della sua cavalcata in un anno che ricorderà. Per sempre. A referto, Thor ha messo anche tre gol. Mai banale, nel bene e nel male, va detto, anche quest’anno D’Aversa non ha potuto fare a meno di lui. Ora da centrale, ora da terzino, meglio da quarto a sinistra dove ha mostrato grande spirito combattivo e tanta affidabilità. Ok gli svarioni, va bene che il sinistro ruvido non è bello da vedere, ma nei 2500 e passa minuti ci sono anche due assist. Buttali via.
Pezzella 6 – Preso alla fine di una trattativa estenuante, Pezzella non sempre ha dato quanto ha ricevuto. Grande potenziale, fisico statuario. Da roccia. Fondamentali che spiccano, guarda il sinistro educato. Ma sostanza pochissima. Qualche sgroppata, tante disattenzioni frutto di un’età che le permette. E di un percorso di crescita.
