L’ex ad gialloblù torna sul doppio derby salvezza del 2005. “In caso di retrocessione avremmo portato i libri in tribunale. Ma ero fiducioso”
L’ex amministratore delegato del Parma, Luca Baraldi, ripercorre sulla Gazzetta di Parma il doppio spareggio salvezza nel 2005 che premiò il Parma e condannò il Bologna alla retrocessione in serie B. “Il ricordo più bello della mia vita sportiva e, allo stesso tempo, la partita più importante nella storia del Parma. In caso di retrocessione avremmo portato i libri in tribunale e non ci sarebbe stata alcuna possibilità di sopravvivenza“.
CURVA GIALLA. “Mi ricorderò tutta la vita la curva gialla con settemila tifosi parmigiani, poi interpretai il gol di stinco di Cardone, che ne avrà segnati due in tutta la carriera (ride ndr) come un segnale della divina provvidenza. Il dopo è stata una grande festa, il clou rimane il nostro arrivo a Parma in pullman e l’accoglienza della gente impazzita per noi“.
FIDUCIA. “Ero fiducioso nonostante il ko dell’andata, con sei ragazzini e tanti squalificati avevamo contenuto il danno. Ho pensato che, complice il rientro di tutti i titolari, dovevamo vincere per forza. Dentro di me c’era la consapevolezza di farcela, la trasmisi a Carmignani e a tutta la squadra“.
CONGIURA. “Salvarsi contro la volontà della politica del calcio assunse un valore doppio. Avevamo mandato un dossier in cui elencavamo tutti i torti arbitrali subìti dal Parma poi a Lecce parlai subito di “ammonizioni scientifiche” dopo che l’allora team manager Minotti mi fece notare che l’arbitro De Sanctis ammonì temporalmente i nostri diffidati in ordine alfabetico. Avvertivamo la sensazione di una congiura nei nostri confronti e di essere l’agnello sacrificale poi Calciopoli ci rivelò tante cose“.
