Il gruppo della curva Nord, assieme a molte tifoserie d’Italia, firma il comunicato contrario alla ripresa del campionato a porte chiuse
No al calcio senza tifosi. Anche i Boys prendono posizione e firmano, assieme a molte altre tifoserie d’Italia, il comunicato contrario alla ripresa del campionato a porte chiuse. Questa una parte del testo. “L’Europa è nella morsa del Coronavirus. I governi hanno dichiarato il lockdown totale, tutelando così la cosa più preziosa che abbiamo: la salute pubblica, primo obbiettivo per tutti. Per questo, riteniamo più che ragionevole pensare ad uno stop assoluto del calcio europeo“.
STOP ALLA RIPARTENZA. “Chi gestisce quest’ultimo, invece, ha fin da subito espresso un solo ed unico obbiettivo: RIPARTIRE. Siamo fermamente convinti che a scendere in campo sarebbero solo ed esclusivamente gli interessi economici e questo è confermato dal fatto che il campionato dovrebbe ripartire a porte chiuse, senza il cuore pulsante di questo “sport popolare” : I TIFOSI. Pertanto, chiediamo fermamente agli organi competenti di mantenere il fermo delle competizioni calcistiche, finché affollare gli stadi non tornerà ad essere un’abitudine priva di rischi per la salute collettiva“.
INTERESSI ECONOMICI. “Oggi il calcio è considerato più come “un’industria” che come uno sport, dove sono le PAY-TV a tenere sotto scacco le società, alimentandole con i propri diritti televisivi e permettendo così alle società stesse di poter pagare stipendi spropositati ai calciatori; alimentando a loro volta la sete di denaro di procuratori squali, il cui unico obbiettivo è quello di gonfiarsi il portafoglio. Un sistema basato solo ed esclusivamente su business ed interessi personali che se non verrà ridimensionato quanto prima porterà ad un solo ed unico fine: LA MORTE DEL CALCIO STESSO“.
SPORT POPOLARE. “Tutto questo deve cambiare. Siamo pronti a confrontarci con chi di dovere per riportare il calcio ai suoi albori, per tornare a vivere la nostra più grande passione in prima persona, per fare in modo che questo torni ad essere UNO SPORT POPOLARE“.