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Accadde oggi: Malesani “strega” i Tanzi

La “sua” Fiorentina vince al Tardini convincendo la dirigenza gialloblù a puntare su di lui al posto di Ancelotti in vista della stagione successiva

Le premesse per il ribaltone a fine stagione si gettarono già nel pomeriggio di inizio aprile ’98. La domenica di ParmaFiorentina che metteva a confronto due tecnici emergenti ma dalle filosofie completamente opposte: il 4-4-2 di Ancelotti, che lo aveva portato a scartare un po’ troppo frettolosamente Zola e Roberto Baggio ma anche a raggiungere il miglior risultato nella storia del club in serie A (il secondo posto nel 96-97 e la qualificazione ai gironi di Champions League), contro il 3-4-3 più spregiudicato di Malesani, ormai in rottura con il patron viola Vittorio Cecchi Gori.

SVOLTA. I Tanzi volevano voltare pagina e affidarsi ad un profeta del 3-4-3 nonostante Ancelotti, più pragmatico e meno spettacolare, fosse sotto contratto sino al 2000 a 1800 milioni a stagione. La prima scelta era Zaccheroni, fautore di un gioco d’attacco all’Udinese, ma i suoi tentennamenti (lo cercavano Inter, Atletico Madrid e Milan dove poi finì vincendo lo scudetto dodici mesi più tardi) convinsero la dirigenza (in realtà Calisto Tanzi spingeva per l’esperienza di Trapattoni ma decise di assecondare le richieste del figlio Stefano) a puntare tutto su Malesani, che si liberò dall’impegno sulla parola già data al Bologna e firmò un ricco triennale da 1500 milioni all’anno da raddoppiare in caso di primo o secondo posto.

PASSAGGIO DI TESTIMONE. A dare l’accelerata decisiva alla ricerca del nuovo allenatore era stato lo scontro diretto in campionato del 5 aprile 1998 al Tardini. La Fiorentina, votata all’offensiva, fece un figurone e peggiorò la crisi del Parma che, pur penalizzato da un calendario tremendo, dopo l’1-0 all’Inter (la famosa partita del rigore parato da Buffon al Fenomeno Ronaldo) aveva inanellato due pari, entrambi per 2-2, contro Juve e Roma e l’inaspettato ko di Empoli. Eppure nel primo tempo i gialloblù giocarono meglio: Padalino salvò sulla botta di Stanic poi Toldo in tuffo sventò il destro a giro di Chiesa e nel mezzo l’arbitro Bolognino annullò il gol a Thuram a causa di una carica di Crespo ai danni del portiere.

LEZIONE. Lo spartito cambiò completamente nella ripresa, quando la Fiorentina passò in vantaggio grazie a Edmundo che fuggì a destra resistendo a Cannavaro e Sensini prima di trafiggere Buffon in diagonale. Il momentaneo pareggio di Crespo, servito in profondità da Chiesa, illuse i padroni di casa che tornarono a soffrire le avanzate degli ospiti. Malesani passò al 3-4-1-2 con il neoentrato Tarozzi, ora vice di D’Aversa, e Serena sulle fasce, Schwarz al centro e Rui Costa nella posizione di trequartista. Buffon disse di no ai tentativi di Rui Costa e Edmundo poi dovette capitolare al 32′ sul tocco sottomisura del portoghese, che concretizzò la discesa dello scatenato Edmundo.

FINALE CONVULSO. L’espulsione di Stanic per doppia ammonizione complicò ulteriormente i piani in un convulso finale che visse di continui capovolgimenti di fronte. Toldo volò a deviare in corner la conclusione di Dino Baggio poi negli ultimi minuti ci pensò ancora Buffon a limitare il passivo su Batistuta lanciato in contropiede. L’ultimo atto di una giornata chiave che costituì l’anticamera della rivoluzione tattica operata in estate. Ora non bastava più solo il tanto agognato scudetto ma si pretendeva di arrivarci attraverso il bel gioco.

RIMPIANTI? Vero che Malesani portò a casa tre Coppe in cento giorni ma fallì l’assalto al titolo tricolore, il sogno mai nascosto della famiglia Tanzi. Guardando anche il palmares di Ancelotti alla guida di Milan, Chelsea, Psg, Real Madrid e Bayern appare logico e scontato chiedersi cosa sarebbe successo se la stratosferica rosa del 98-99, la più forte in Europa rinforzata dagli innesti di Veron (per lui si poteva rivisitare anche il modulo), Boghossian, Fuser, Vanoli e Balbo, fosse rimasta nelle mani del tecnico di Reggiolo. Che all’epoca non si lasciò benissimo (e nell’autunno 2001 preferì il Milan al ritorno a Parma) ma ben presto si prese le sue rivincite altrove.

PARMA-FIORENTINA 1-2

Marcatori: 9′ st Edmundo (F), 13′ st Crespo (P), 32′ st Rui Costa (F)

PARMA (4-4-2): Buffon, Zè Maria (36′ st Orlandini), Thuram, Cannavaro, Sensini; Stanic, Fiore, D.Baggio, Blomqvist; Crespo, Chiesa. A disp.: Guardalben, Apolloni, Mora, Crippa, Strada, Adailton. All.: Ancelotti

FIORENTINA (3-4-3): Toldo; Falcone, Firicano, Padalino; Serena, Cois, Rui Costa (46′ st Robbiati), Schwarz; Edmundo, Batistuta, Oliveira (13′ st Tarozzi). A disp.: Fiori, Bettarini, C.Amoroso, Bigica, Morfeo. All.: Malesani

Arbitro: Bolognino di Milano

Note: Espulso al 34′ st Stanic (P) per doppia ammonizione. Ammoniti Stanic, D.Baggio, Fiore (P), Schwarz e Edmundo (F)

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