Al di là delle condizioni fisiche non ottimali di alcuni elementi chiave la sensazione è che la classifica rosea abbia tolto un po’ di fame al gruppo
La Gazzetta di Parma si pone un quesito irrisolto da molti tifosi crociati nelle ultime settimane: “perchè il Parma dura così poco?”. Da diverso tempo la squadra perde più punti nel secondo tempo rispetto al risultato maturato all’intervallo, dove finora si è ritrovata in svantaggio solo in casa di Napoli e Juve. Il piano-gara prevede brillantezza e aggressività iniziale per cercare di portarsi avanti e poi gestire la situazione con l’esperienza dei giocatori più maturi e la compattezza di un assetto tattico arroccato sulla propria trequarti.
I motivi del calo sistematico alla distanza, esclusa l’esaltante rimonta all’Allianz Stadium, possono essere molteplici: un minor sostegno di Gervinho alla fase difensiva, le precarie condizioni di Kucka, non al meglio dopo gli ultimi sei mesi in Turchia, e la forma non ottimale dei due registi Scozzarella e Stulac, spesso fermati da piccoli acciacchi. Poi possono influire la cospicua presenza in rosa di elementi poco abituati ai ritmi della serie A e la classifica rosea che rischia di aver tolto un po’ di fame e di energie nervose al gruppo, meno attento e concentrato ai piccoli particolari.
Ora la trasferta di Cagliari può premiare, così come era già successo all’andata al Tardini, le cavalcate di Gervinho in campo aperto contro i rossoblù dalla difesa piuttosto statica che sono obbligati a vincere e faticano tremendamente a trovare la via del gol. Da anni bastano meno di 40 punti per salvarsi ma non bisogna ancora sedersi sugli allori.