L’ex attaccante campione del mondo, ospite negli studi di Sportitalia, ripercorre le tappe di una carriera di altissimo livello
ANNI MIGLIORI. Alberto Gilardino, campione del mondo nel 2006 in Germania, ha appeso le scarpette al chiodo da alcuni mesi e ora ricopre il ruolo di vice allenatore al Rezzato in Serie D. Ospite ieri sera negli studi di Sportitalia, ha rivissuto le tappe principali di una carriera di altissimo livello. “Spero di aver lasciato ovunque qualcosa a livello umano, anche dove non sono riuscito a dare quello che potevo. Sicuramente Parma e Fiorentina sono state due esperienze importanti“.
FATTORE PRANDELLI. “L’allenatore a cui sono più legato è sicuramente Cesare Prandelli perchè è stato uno dei primi e mi ha costruito come giocatore. Mi ha insegnato a giocare in serie A e mi ha dato spazio. Sul podio metterei Prandelli, Lippi, Ancelotti. Anche Gasperini mi ha dato tantissimo anche se con lui si lavorava tantissimo durante la settimana. Negli ultimi anni Prandelli non è riuscito ad esprimere il suo massimo livello ma spero si possano aprire nuove porte in Italia“.
ESULTANZA TIPICA. “Il violino? L’esultanza nasce con Marchionni a Parma. E’ nata a cena per caso e da lì me la sono portata avanti per tanto tempo“.
EMOZIONE PIU’ GRANDE. “Il momento più bello l’ho vissuto con la maglia azzurra quando abbiamo vinto il Mondiale nel 2006. Un gruppo eccezionale, abbiamo lavorato con grande costanza: Lippi ci ha dato tantissimo ed è stato di grande aiuto per fare quell’impresa”