La società crociata ha compiuto una netta inversione di rotta rispetto ai propositi estivi di fronte all’assenza totale di gioco e risultati
Il fallimento di un progetto dopo appena quattro mesi. Una scelta pressochè inevitabile, per provare a continuare a inseguire l’unico obiettivo stagionale: il ritorno immediato in serie A. E così, con l’esonero di Maresca, si chiude una breve parentesi, lodevole solo nelle intenzioni ma mai messa in pratica sul campo. Calcio offensivo e posizionale, possesso palla, costante predominio territoriale, nulla di tutto ciò si è visto da luglio ad oggi, non solo per colpe attribuibili all’ex tecnico dell’Under 23 del Manchester City, che però ha commesso innegabili errori di valutazione non riuscendo mai a dare un gioco, un’identità e, soprattutto, un’anima a questa squadra.
RESISTENZE. Eppure dopo le parole rassicuranti del direttore dell’area tecnica Ribalta nel post Lecce, appena maturato il deludente pareggio casalingo col Cosenza, che solo le parate di Buffon hanno evitato si tramutasse in una nuova sconfitta, la proprietà americana sembrava decisa a confermare la fiducia a Maresca, salvo poi rendersi conto, attraverso una serie approfondita di riflessioni, che di questo passo la serie A sarebbe rimasta un miraggio. Ecco così che è arrivato il ribaltone, molto più radicale di un semplice cambio in panchina.
CONCRETEZZA. Niente più tentativi di emulare la filosofia di Bielsa e Guardiola con annessi aggiustamenti, più o meno azzeccati, in corso d’opera e dentro un’idea più pragmatica, “risultatista” e improntata sulla concretezza. La via più idonea per cercare di raddrizzare una stagione cominciata nel modo sbagliato e sperare di agganciare ancora il treno play-off e, perchè no, della promozione diretta. Un avvicendamento simile ma ancora più netto di quello che lo scorso gennaio riguardò Liverani e il cavallo di ritorno D’Aversa e che a posteriori, al di là di qualche buona prestazione in avvio, non portò alcun beneficio. Ora la situazione è completamente diversa: la società ha fatto un nuovo passo indietro (il secondo nel giro di poche settimane dopo l’abbassamento dei prezzi della campagna abbonamenti), ammettendo esplicitamente i propri sbagli, e si affida alla “garanzia” Iachini, comprendendo che, al netto dell’organizzazione societaria, quello che conta davvero è il risultato sportivo sul campo. E con Maresca, autore di 17 punti in tredici partite e ormai sfiduciato dal gruppo, il rischio di un nuovo flop, di fronte a investimenti sempre più corposi, era diventato molto concreto.