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Parma, tre motivi per credere nella Serie A

Dal recupero di pedine importanti, alla classe di Vazquez, fino agli scontri diretti

La missione sembra quasi impossibile. In effetti i diciannove punti dalla capolista Frosinone e i quindici che separano il Parma dal Genoa autorizzano a pensare questo. La parola ‘Serie A‘ in casa Parma,  non la pronuncia più neanche il presidente Krause che, primo tra tutti, si era spinto in maniera entusiasta guardando al futuro con troppo ottimismo, visto l’andamento di stagione contraddistinto da alti e bassi. Però a Collecchio tutti sanno anche che da sabato è cominciata un’altra stagione. Tutti sentono che qualcosa può veramente cambiare nelle ultime giornate e dopo la vittoria contro il Palermo, una delle dirette concorrenti per il grande sogno, tutti sanno che l’obiettivo è ancora a portata di mano. Certo, è complicato trovare una squadra che alla 31esima giornata era settima in classifica in Serie B e che poi ha trionfato a fine anno attraverso i playoff. La Samp del 2011/12 è stata promossa dopo aver chiuso la regular season da sesta in classifica con alla guida l’ex tecnico del Parma, Beppe Iachini. L’Hellas Verona di Munari finì quinto in campionato e poi arrivò in Serie A tramite i playoff. I precedenti insegnano che, per scrivere la storia, non è mai troppo tardi. E il Parma ha tre buoni motivi per sperare.

Il recupero di alcune pedine

Da Man a Mihaila, passando per Charpentier e Inglese, Coulibaly e Cobbaut: tutta gente che, arrivata a fine campionato – chi per un motivo, chi per un altro – non ha ancora dimostrato di essere un valore aggiunto, anzi. Spesso giocatori del genere hanno tolto più che dato qualcosa al Parma, ma in quest’ultimo sprint avranno il tempo per rifarsi. E lo vorranno prima per se stessi. La competizione può aiutarli a riscoprirsi vivi. Coulibaly, ad esempio, ha segnato il suo primo gol in stagione e con gli acciacchi di Ansaldi potrebbe trovare un posto fisso nelle rotazioni di Pecchia. Calciatori come Charpentier e Mihaila hanno bisogno di ritrovare fiducia e chissà che le ultime sfide della stagione non servano per riaccendere il fuoco sacro. Il Parma ha spesso fatto i conti con una squadra intera in infermeria. Oggi, Valenti a parte e Zagaritis sulla via del recupero, in diversi stanno tornando a disposizione per rimpolpare le fila.

La classe di Vazquez 

Non ha segnato come l’anno scorso, el Mudo, ma è rimasto il punto di riferimento per tutta la stagione. Sia per i compagni che per Fabio Pecchia. Quando butta male, palla a Vazquez: qualcosa succederà. Come è capitato contro il Palermo. Da un sinistro del numero dieci è scaturito il gol di Coulibaly che è valso tre punti d’oro per il Parma balzato al settimo posto e in piena lotta playoff. Anche contro la sua ex squadra, Franco è stato alfa e omega: è stato il giocatore che ha toccato più palloni di tutti (76), che ha effettuato il maggior numero di tiri (3), che ha centrato più volte lo specchio della porta. Da centravanti non ha brillato, ok, ma la sua luce è stata sufficiente a schiarire il buco nero nel quale il Parma si era infilato senza trovare una via d’uscita. Ma evidentemente non basta per guadagnarsi la chiamata che gli annuncia il rinnovo. Franco va per i 35 e questo, nel Parma di Krause, non è un punto che gioca a favore seppure disponi di un sinistro come quello di Vazquez.

Gli scontri diretti

Va da se che in questo campionato il Parma ha ampiamente deluso le aspettative, perdendo punti contro squadre ampiamente alla portata o contro compagini che hanno lottato per mettersi in tasca punti vitali che, a fine stagione, potrebbero valere la salvezza. I crociati non hanno mai brillato per continuità in questo campionato, ma contro squadre blasonate che lottavano per il vertice non hanno certamente deluso. Bari a parte, dove Pecchia e i suoi sono stati letteralmente travolti, contro il resto delle big il Parma ha spesso fatto centro. Due vittorie in altrettante partite con il Frosinone, due ko rifilati alla Reggina, il pari convincente di Cagliari, il 2-0 rifilato al Genoa con il quale Benek e compagni hanno disarmato il grifone al ritorno (all’andata era finita 3-3) e, per ultimo, il 2-1 servito a superare il Palermo in classifica.

Pur dopo undici sconfitte, il Parma ha ancora la possibilità di regalarsi un finale diverso in una stagione tormentata. Ma non può certamente più rimandare l’appuntamento con il cambio di mentalità.

 

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