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Como-Parma 2-0, le pagelle di ForzaParma.it

Gara difficile contro l’ex Cerri. Attacco spuntato, esterni che non pungono e difesa distratta

Buffon 5,5 – Battuto da Cerri, pronti via, risponde con una parata salva risultato su Vignali al 20′. Beffato dalla sua barriera che si apre sulla punizione-gol di Arrigoni. Arriva tardi e la raccoglie in fondo al sacco.

Delprato 5,5 – Se anche lui si adegua al lassismo dei compagni vuol dire che c’è qualcosa che non va. Subisce la fisicità e la corsa di Ioannou e davanti non si vede mai.

76′ Coulibaly sv – Entra a giochi fatti, fa in tempo però a trovare un retropassaggio che a momenti diventa buono per il Como.

Osorio 4,5 – Cerri gli passa davanti al 5′, lui (con Circati) lo tiene in gioco permettendo all’attaccante di San Secondo Parmense di segnare il suo terzo gol in carriera al Parma. Suo anche il tocco di mano al limite per la punizione che Arrigoni trasforma in gol. Salva il 3-0 su Binks.

Circati 4,5 – Prima del rosso non era sembrato concentratissimo. Qualche difficoltà a leggere le verticalizzazioni improvvise del Como, Cutrone e Cerri si sono cercati spesso soprattutto nei primi venti minuti. Lui e Osorio sono apparsi poco lucidi. Rosso esagerato, ma si era fatto beffare dal controllo a seguire dell’ex centravanti del Milan.

Zagaritis 5 – Arriva bene sul fondo ma al momento del cross non è deciso.

Bernabé 5 – Ha un paio di occasioni all’inizio della ripresa: un sinistro dal limite deviato da Binks e un tiro centrale disinnescato da Gomis. Più timido rispetto alla partita con il Südtirol, non è gara da coast to coast. Sacrificato sull’altare dell’inferiorità numerica.

62′ Cobbaut 5,5 – C’è poco da difendere, verrebbe da dire. Cerca l’anticipo, il Como ha rallentato ma quando accelera manda in difficoltà anche lui.

Estevez 5 – Corre, lotta ma nella densità serve precisione. E lui non ce l’ha. Alle volte stenta anche a fare filtro. Longo ha l’uomo in più in mezzo al campo e si sente tutto.

Vazquez 4,5 – Stavolta comincia mezzala, tocca tanti palloni e come al solito prende diverse scarpate. Una di queste costa il giallo a Odenthal. Non ha nei compagni l’appoggio utile per le sue giocate. Lento, si innervosisce e rischia con una reazione esagerata su Arrigoni. Si apre saltando in barriera con Inglese.

Benedyczak 4,5 – Cambia posizione per trovare la zolla giusta senza riuscirci. Vaga senza una meta per 47′, finché Pecchia non lo richiama in panchina all’intervallo. Poco cattivo, poco concentrato, poco e niente.

46′ Man 5 – Comincia benissimo illudendo tutti con una serpentina e con un tiro d’esterno che impensierisce Gomis. Poi dopo il 2-0 e l’espulsione di Circati svanisce l’effetto.

Charpentier 4,5 – Bisogna sperare che il viaggio in Nazionale gli faccia bene e che dal Congo torni un giocatore nuovo. Questo non serve a nessuno. Zero tiri, zero occasioni.

46′ Inglese 5 – Per ora è questo: lotta, ma non tira in porta. Più vivo di Charpentier (difficile fare peggio) ha qualche palla in più rispetto al compagno ma, come il Parma di oggi, non è stato ne carne ne pesce.

Zanimacchia 5 – Prova più di Benek a confezionare qualche giocata ma non la trova mai. Sembra già assorbito dalla negatività, dopo qualche sprazzo di vita che aveva illuso.

58′ Bonny 5,5 – Francamente era difficile fare peggio dei compagni. Ci mette almeno la voglia giusta entrando bene in partita. Cerca lo spunto, si fa valere nell’uno contro uno ma se ci si aspetta che i miracoli li faccia lui. Intanto è stato convocato dalla Francia Under-20 per le partite contro Stati Uniti, Olanda e Inghilterra. Magra consolazione.

Pecchia 4,5 – Veniva da due risultati positivi ma i segnali che qualcosa non andassero si erano già visti durante l’assalto all’arma bianca al Südtirol di una settimana fa. La squadra arriva fino alla trequarti ma è quasi se non sapesse cosa fare dopo. Nelle ultime quattro gare ha trovato solo un gol e oggi non ha fatto male al Como prendendole, anzi. L’approccio del primo tempo è stato pessimo, il primo tiro è arrivato nel secondo ma le speranze si sono presto sgonfiate. Undici sconfitte in trenta partite, un po’ troppe per progettare qualcosa di interessante. E non c’è traccia della mentalità vincente che lui spesso tira in mezzo.

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