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L’ottava meraviglia di Vazquez, Bernabé e il ritorno di Cobbaut: Pecchia ride

L’allenatore del Parma si gode la vittoria e va a caccia di continuità

È difficile capire che valenza avrà, sul lungo, la vittoria di Reggio Calabria. Il mondo Parma è così imprevedibile che lascia aperte le porte a diverse interpretazioni. Ma di sicuro quella contro la Reggina può essere una partita dalla quale estrarre più buone notizie possibili, in attesa di trovare una stabilità che garantisca un cammino regolare a una squadra che tante volte, dopo un grande exploit, ha steccato clamorosamente. Pecchia ogni  volta si affanna a convincere la platea che sia tutto normale in questo processo, dove evidentemente sta imparando pure lui a camminare in equilibrio sull’asse della discontinuità. Una cosa abbastanza nuova anche per lui, abituato a gestire gruppi più omogenei e con un pizzico di esperienza in più rispetto al giovane Parma che gli è stato consegnato pure con qualche difetto di fabbrica. Ma che è lì, rimasto in piedi dopo qualche folata di vento forte che avrebbe probabilmente abbattuto le già poche convinzioni. Aggrappato a una classifica che ancora si può scrivere dal secondo all’ottavo posto, spinto in avanti da gente come Buffon e Vazquez, prova per l’ennesima volta a spingere sul pedale della continuità.

Si gode una prova a tutto campo di Bernabé, sempre prezioso in entrambe le fasi, spera che il recupero di Elias Cobbaut sia pieno e applaude  l’ottava sinfonia del Mudo, sempre più alfa e omega di una squadra chiamata a crescere. Ieri Adrian è stato equilibratore, regista e incursore. Ha fatto un po’ di tutto, come gli chiede Pecchia. Partita totale dello spagnolo, sempre generoso. Ha toccato più palloni di tutti i suoi compagni: 72. Di questi 47 erano passaggi positivi. Possesso palla congelato quando serviva congelarlo. Una volta ha mandato al tiro i compagni, ha preso un fallo e ha portato una pressione costante alla Reggina in fase di non possesso, mantenendo alto il ritmo. In questo momento è l’arma in più di una squadra che sembra non poterne fare a meno in quanto a dinamismo, quantità e qualità in fase di transizione positiva.

Ieri dopo più di 300 giorni si è rivisto con il solito piglio combattivo anche Elias Cobbaut. Come Bernabé, il belga tornerà utile per questa coda di campionato da riempire con sostanza. Nonostante non giocasse da un anno intero, Cobbaut è sembrato sicuro, reattivo e pure abituato alla lotta. Non sarà stata la miglior partita per gli attaccanti della Reggina, ok, ma un po’ di merito è stato anche suo che quando c’era da stringere i denti li ha stretti dando anche più sicurezza a Circati. Una menzione, alla fine, la merita anche Vazquez e non solo per il gol decisivo. Arrivato alla terza partita in otto giorni, Vazquez ha fatto quello che doveva: terzo gol nelle ultime tre gare, punto di riferimento per i compagni e l’avversario. Maltrattato a più non posso, anche ieri si è preso la sua solita dose di calcioni (5 falli subiti) confermandosi bersaglio preferito dei difensori avversari. Poteva arricchire il suo bottino, essendo stato il calciatore che ha calciato di più verso la porta di Colombi (5 tiri), ma è bastato un graffio dei suoi per mettersi in tasca la Reggina. Peccato per il giallo che gli farà saltare la il Südtirol. Altra prova d’esame per l’intera classe, stavolta senza il secchione. 

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