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Krause altra rivoluzione? Dall’AD all’allenatore, le idee

Dopo le difficoltà di questa stagione, il presidente americano riflette sul futuro

Al Parma è rimasta solo la matematica. Per dare un senso a questa stagione, Iachini e i suoi giocatori trovano appiglio nell’unica disciplina che ancora non li condanna. Se si guarda a tutto il resto allora ci si accorge che è meglio far correre il tempo e arrivare in fretta alla fine di una stagione condotta sulla falsa riga della precedente. Con la speranza sempre ultima a morire, consumata lentamente dalla mancanza di risultati. E da una corsa folle che è parsa più un tentativo di trovare qualcosa in cui credere che un obiettivo in cui combattere realmente.

La striscia dei nove risultati utili è stata cancellata dalla gara contro il Brescia, una partita in cui la squadra di Iachini era chiamata a fare di più. Se non altro per le premesse e per la volontà del tecnico, sempre ultimo a mollare e mai domo. Se l’avesse potuta giocare lui quella partita, magari sarebbe riuscito a incidere di più rispetto a quanto non ha inciso dalla panchina. Detto che la costante delle assenze lo accompagna da sempre, ma il Parma visto ieri – soprattutto dopo il gol di Moreo – ha deluso un bel po’.

La sconfitta di Brescia ha certificato la mancanza di personalità della squadra, un’assenza collettiva di coraggio nel reagire dopo il gol preso, nel non tremare nei momenti chiave. E di non meritare di allungare ulteriormente l’illusione di potersela giocare per raggiungere un traguardo che era il minimo sindacale di una società che tra fine della scorsa stagione e l’inizio di questa ha sbandierato buoni propositi calpestati da un due finestre di mercato assai discutibili. Il Parma quasi certamente rimarrà fuori dal tavolo delle grandi, ma questo campionato non l’ha perso ieri sera. Ha cominciato a perderlo quando la società non hanno capito cosa servisse per lottare, per vincere. Per costruire una squadra che remasse fino alla fine. Ha cominciato a perderlo quando ha voluto recidere di netto il rapporto con il passato, spezzando un filo cucito nel segno delle vittorie.

Da allora i buoni propositi hanno cominciato a lasciare spazio alle chimere: la babele dalle diciannove nazionalità diverse nello spogliatoio ha rappresentato un ostacolo quasi insormontabile per tutti, nel veicolare idee e nel imporre direttive, nel dare un’anima al progetto. Che è rimasto solamente una bella parola ma senza contenuto. Questa stagione non è ancora terminata, mancano quattro partite alla fine del campionato. Se la strada imboccata dovesse continuare a essere questa sembra che alle porte ci sia un’altra rivoluzione. Kyle Krause sta cercando un amministratore delegato, tra i vari profili sondati ci sarebbero tre figure che emergono più di altri. Per la figura di Managing Director Corporate sono il lista: Mario Passetti, Direttore Generale del Cagliari, Alberto Barile dirigente del Torino e Alessandro Zarbano, ex Genoa.

Potrebbe essere una rivoluzione a tutti i livelli, che toccherebbe pure il settore giovanile, l’unico comparto che sta regalando soddisfazioni: anche il responsabile Luca Piazzi potrebbe essere in uscita. Su di lui molte squadre, ma i discorsi ben avviati sono con Sudtirol (che si gioca il campionato di Serie C nelle ultime giornate) e Bologna. Per quanto riguarda la guida tecnica, Krause ha sempre espresso dei dubbi sulla scelta di Beppe Iachini, legato al Parma da un altro anno di contratto. Attorno a lui c’è un alone di scetticismo, dettato dalla visione internazionale e giovane che il presidente vuole dare alla sua squadra. L’attuale allenatore non risponderebbe ai canoni ‘americani’. Considerato che Beppe ha intrapreso un percorso di un certo tipo, sarebbe la cosa più naturale se rimanesse per dargli continuità, ma non è scontata la permanenza, nonostante abbia dalla sua parte uno sponsor forte come il direttore dell’area tecnica Ribalta.

Tuttavia c’è un elenco di possibili sostituti al vaglio di Krause. In cima alla lista ci sarebbe Fabio Cannavaro, che il presidente americano ha provato dall’inizio della sua avventura a portare a Parma. Ma il pallone d’oro 2006 cercherebbe una piazza più internazionale. Anche Gattuso è un nome che piace abbastanza: tanto che Krause aveva provato a sondarlo a novembre. Ma era rimasta un’idea. In quel caso Ribalta si impose andando sul sicuro con la scelta di Iachini. Filippo Inzaghi, con il quale c’è feeling, è libero e aspetta una chiamata dal Parma. L’altro nome è quello di Paolo Zanetti del Venezia, sotto contratto con i lagunari fino al 2025.

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