Finora Maresca non ha saputo aiutare la squadra in difficoltà e la discutibile gestione dei cambi a Ferrara ne è la testimonianza
La Gazzetta di Parma riserva un ampio approfondimento al momento delicato del Parma, che ha raccolto appena due vittorie nelle prime sette giornate di campionato. Troppo poche se si considera i tanti milioni investiti, il blasone della società e la voglia di lasciarsi immediatamente alle spalle l’ultima inopinata retrocessione. Preoccupa, principalmente, la difficoltà nel mostrare progressi sul piano del gioco e della personalità nonostante le attenuanti non manchino, a partire dalla rivoluzione compiuta in estate, dall’idea di puntare su molti giovani stranieri fino alle resistenze “culturali” al credo calcistico di Maresca.
CRESCITA. E qui si apre il capitolo dedicato all’allenatore crociato, reo di aver gestito in maniera discutibile i cambi a Ferrara. Gli ingressi nel finale degli acerbi Correia e Bonny, in un frangente in cui sarebbe servita gente più di lotta e battaglia, hanno, infatti, trasmesso un messaggio negativo agli altri nove giocatori in campo e rappresentavano un segnale di supponenza e scarsa fame “agonistica” che può anche aver provocato indirettamente la reazione e la rimonta della Spal. Più in generale Maresca non ha mai saputo aiutare la squadra in difficoltà nel corso della partita e se a ciò uniamo la fatica ad assemblare la sua filosofia di gioco ecco che la crescita del gruppo sul piano tecnico e caratteriale dovrà andare di pari passo con quella del suo condottiero.