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Cercasi equilibrio e grinta: a Frosinone dovrà essere un altro Parma

Il centrocampo, ieri pressochè inesistente, potrà contare sul rientro di Schiattarella ma serve anche un cambio radicale di mentalità

Tra meno di cinque giorni il Parma inaugurerà il campionato di serie B in casa del Frosinone in quello che rischia già di essere un primo piccolo crocevia della stagione. Soprattutto, alla luce delle tante, troppe lacune emerse ieri nel deludente esordio in Coppa Italia che ha sancito l’immediata eliminazione per mano del Lecce. La mancanza di equilibrio è parsa evidente fin dalle primissime battute complice uno schieramento molto offensivo (Brunetta e Vazquez nel ruolo di mezzali) che ha completamente sguarnito il centrocampo privo di un vero incontrista. Ogni palla persa equivaleva ad un potenziale pericolo perchè c’era un’eccessiva distanza tra i reparti e nessuno in mezzo indietreggiava per garantire raddoppi e marcature. Il rientro di Schiattarella, squalificato in Coppa, e l’avanzamento di Juric, bocciato nel ruolo di play, dovrebbero assicurare più filtro alla difesa abbandonata a se stessa e in costante affanno, in cui ancora una volta Sohm non è riuscito ad interpretare la doppia mansione di terzino-centrocampista che gli chiede Maresca. I molteplici errori in fase di impostazione (vedi Juric e Sohm che hanno regalato le ripartenze in occasione del primo e del terzo gol, entrambi dell’ex Coda) e la precaria condizione fisica di alcuni giocatori cardine, in primis Vazquez, hanno, se possibile, acuito i problemi dei crociati, apparsi vulnerabili in ogni frangente e mai in grado, se non nel quarto d’ora iniziale, di tenere bene il campo.

MENTALITA’. Un altro aspetto da cambiare in maniera radicale è quello legato alla mentalità del gruppo che, come già accadeva nella scorsa stagione, si ferma dinanzi al primo ostacolo e sembra totalmente inerme neanche fosse un pugile suonato all’angolo del ring in attesa del colpo di grazia. Maresca, che pure non ha dato una mano alla squadra non toccando nulla a centrocampo per tutti i 90′ (Camara e Brugman, non al meglio, avrebbero potuto portare maggior fosforo, dinamicità e copertura), si è soffermato nel post gara sul discorso mentale, allenabile fino ad un certo punto. “Ai primi errori la squadra ne ha risentito. C’è del lavoro da fare, sia dal punto di vista generale che mentale. Quando abbiamo fatto le cose che dovevamo fare abbiamo trovato le soluzioni. Le difficoltà le abbiamo avute quando abbiamo incontrato le prime avversità, è un discorso che ci portiamo dietro dall’anno scorso. Dopo un’annata come la scorsa non è che ci può essere immediatamente un cambiamento magico, ci arriveremo iniziando a vincere delle gare”. Analisi condivisibile che, al netto di una filosofia giochista tuttora da assimilare (ma il dubbio è: ci sono i giocatori adatti per praticare un certo tipo di calcio?), necessita di qualche certezza e un pizzico di pragmatismo in più. Ecco perchè da Frosinone dovrà essere tutta un’altra musica.

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