Forza Parma
Sito appartenente al Network
Cerca
Close this search box.

Le rivoluzioni “lente” del Parma: non sempre cambiare è la scelta giusta

Da Zeman ad Ancelotti passando per Baldini e Marino, già in passato i crociati si sono imbattuti in difficoltà iniziali risolte in maniera diversa

La Gazzetta di Parma riserva un ampio approfondimento alle rivoluzioni del passato in casa Parma che non hanno prodotti risultati immediati. Si parla di tecnici che in estate sono subentrati a colleghi che avevano fatto molto bene in questa piazza e dai quali non era semplice raccoglierne l’eredità portando, in più, idee diverse sul modo di intendere il calcio. Non sempre digerite dai giocatori in rosa, non pronti a recepire una filosofia spesso agli antipodi.

DESTINI OPPOSTI. Nel 1987 Zeman, che prese il posto di Sacchi, fece un precampionato memorabile all’insegna di un gioco spumeggiante e votato all’attacco poi raccolse appena quattro punti in sette gare e fu esonerato in favore del più pragmatico Vitali. Due salvezze tranquille che precedettero l’arrivo di Nevio Scala e l’inizio della scalata ai vertici del calcio italiano e non solo. Proprio Scala nel ’96 lasciò la panchina al giovane Ancelotti, debuttante in serie A, che ci mise alcuni mesi per carburare e convincere la squadra ad accettare il passaggio dal 5-3-2 al 4-4-2. Difese a spada tratta Crespo, fischiato dal pubblico, diede il via libera alla cessione di Zola eppure l’ostinazione della società a credere in lui si rivelò azzeccata: a fine stagione secondo posto e prima qualificazione alla Champions.

ESONERI. Non andò altrettanto bene a Baldini, poco gradito dai “senatori”, che nel 2004 aveva il non facile compito di sostituire Prandelli pochi mesi dopo il crac Parmalat. A scongiurare guai peggiori ci pensò Carmignani, richiamato in fretta e furia e artefice dello spareggio salvezza di Bologna. Anche il cambio tra Guidolin e Marino nel 2010, voluto fortemente da Leonardi, si rivelò un mezzo flop: il poker in casa della Juve è l’unica gemma di un matrimonio durato fino in aprile prima dell’avvento di Colomba che riuscì a mantenere la categoria.

CAMBIARE O NO?. Non sempre l’esonero è la scelta giusta: Ranieri, nel 2007, e Cuper, un anno più tardi, dimostrano di come a volte ti possa andare bene mentre in altre circostanze il ribaltone è deleterio. E, infatti, Beretta nel 2005-2006 e D’Aversa in B post Empoli hanno premiato la perseveranza della proprietà di insistere sulla strada intrapresa e non sconfessare la propria guida tecnica. Chissà che la stessa cosa non possa accadere con Liverani.

Subscribe
Notificami
guest

1 Commento
Inline Feedbacks
View all comments

Articoli correlati

Spettatore interessato il Parma che a quattro giornate dalla fine deve difendere sei lunghezze di...
Il difensore ungherese si è legato al club crociato fino al 2027. "La mia intenzione...
Dopo Bernabé arriva la firma del difensore ungherese che prolunga il suo contratto con il...

Dal Network

Il video della conferenza stampa del tecnico rosanero, alla vigilia del match che i siciliani...
Le parole rilasciate dal tecnico dello Spezia nella conferenza stampa post gara....
Tre errori clamorosi delle Aquile: il possibile vantaggio sprecato da Kouda sullo 0-0, la mancata...
Forza Parma