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Applausi, braccia larghe, pugni stretti: la prima di Liverani al Tardini

Ha vinto l’Empoli 2-0, ma durante la partita l’allenatore crociato ne ha giocata un’altra

La prima di Fabio Liverani al Tardini va in archivio. In calzoncini e maglietta, i 28 gradi di Parma hanno aiutato parecchio nella scelta dell’abbigliamento. L’ha giocata anche lui, per un sanguigno come Liverani non è certo una novità. Avrà notato che in mezzo al campo un po’ di quella che è stata la sua sapienza calcistica è venuta meno, ma non è questo il tempo di rammaricarsene. Lo sa bene il tecnico romano accolto dal saluto del migliaio di tifosi che ha preso d’assalto il Tardini con la voglia di riabbracciare – a distanza – i propri idoli. Non succedeva dal 9 febbraio, giorno di Parma-Lazio, finita tra le polemiche dopo una sconfitta discutibile. Il lockdown ha fatto il resto e dopo sette mesi Parma ha riabbracciato i suoi tifosi.

E passi la sconfitta, che Liverani non ha certo digerito. Uno scrupoloso come lui, seppure in rodaggio, sa bene dove bisogna migliorare: nel possesso e nello scarico, nella gestione del pallone e nella fase difensiva. “Dove giocano, raddoppiamo”, dice Liverani da bordo campo. Pronto a chiamare il pallone nella zona di campo libera da uomini avversari, invoca l’ampiezza per servire gli esterni, li accompagna e li guida. “Gaston, veloce. Muovi prima. Due tocchi e proponiti”, dice a Brugman. Concetto che ribadisce poi a Pezzella, colpevole di aver tardato il servizio per Gervinho nel gioco di catena. “Sta scappando, Beppe. Prima”, ha detto al terzino. “Giochiamola in avanti”, riferito a tutti i suoi centrocampisti. E a maggior ragione quando in campo ci sono due punte, Artistico e Inglese, divenuto capitano dopo l’uscita di Alves e Gervinho. “Con due punte, giochiamo in avanti per favore”.

Pugni stretti, braccia larghe soprattutto quando i suoi non riescono a fare i movimenti provati in allenamento. Stizza raccolta a denti stretti. Gambe pesanti, carichi di lavoro che si fanno sentire e pensiero che arriva due secondi dopo. Tutto calcolato, ma quanto disappunto. Soprattutto quando i suoi offrono campo per le imbucate. Poca l’intesa, c’è da lavorare e Liverani si fa sentire: “Tutte e due alti no”, dice ai difensori centrali. Bastone e carota, per Jacopo Dezi: “Va bene, va bene dai”, dice al centrocampista dopo un buon tentativo sulla destra. La sua palla a rimorchio non è stata accolta da nessuno, ma a Liverani – se giochi – piace.

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