Resta aspro il confronto tra club e calciatori ma le intese interne dovranno concludersi ben prima dell’effettiva ripresa degli allenamenti
Continua l’estenuante braccio di ferro tra club e calciatori per il taglio degli stipendi, ancora lontano da un compromesso che possa soddisfare entrambe le parti. L’Aic ritiene che lo “smart working“, con tanto di schede consegnate dagli staff tecnici, costituisca già di per sè una prestazione e, in più, il governo ha imposto il blocco totale degli allenamenti solo a partire dal 4 aprile e non prima.
GIORNI CALDI. Come scrive il Corriere dello Sport, la possibile ripresa fissata per il 4 maggio, alla fine del lockdown, pone le società nelle condizioni di dover accelerare le trattative interne con i propri giocatori, al fine di trovare un accordo. In caso di contrario, venendo meno il cosiddetto “factum principis” ovvero l’impossibilità oggettiva di effettuare una prestazione derivante da un’autorità, sarebbero i calciatori ad avere più forza nella contrattazione.
INTESE INTERNE. Ecco perchè la prossima settimana potrebbe essere quella decisiva per arrivare ad altre fumate bianche dopo Juventus e Brescia. Dal punto di vista dei club diventa, infatti, sempre più urgente raggiungere un’intesa interna, mettendosi al riparo da qualsiasi conseguenza.