L’ex attaccante del Parma: “Non c’è solo la Serie A. Intorno a una squadra come il Catania 200 persone mangiano con il calcio. Si deve trovare un compromesso per il bene di tutti”
L’emergenza coronavirus rischia di avere pesanti ripercussioni sul calco di casa nostra, tanto in Serie A, quanto nei campionati cosiddetti minori. Ne è certo Cristiano Lucarelli, ex attaccante del Parma e oggi allenatore del Catania, che ha provato a dare una sua interpretazione di quanto sta accadendo in Italia e di quello che potrebbe succedere nel prossimo futuro se l’allarme sanitario non dovesse rientrare.
“La salute viene prima di tutto, però è anche vero che la macchina calcio si muove anche grazie agli sponsor e alle tv. C’è un carrozzone economico a supporto del movimento – ha detto a TMW Radio -. Intorno a noi, che siamo una società di Serie C, vivono per esempio circa 200 famiglie che mangiano con il calcio. Gli stipendio di gennaio e febbraio ancora non ci sono arrivati e molti giocatori prendono sui mille e cinquecento euro: la C è più vicina al dilettantismo, la A è un’altra realtà“.
“Si dovrà trovare un compromesso. La sospensione è vista, ma non si può spegnere così all’improvviso – ha aggiunto -. Mi viene detto che l’input è quello di finire la stagione, in qualsiasi data si ricomincerebbe e mi trovo d’accordo. Altrimenti il rischio è di paralizzare anche la prossima stagione con tutti i ricorsi che le società presenterebbero“.