Il Verona ha corso di più, sfruttando la sua principale qualità, il Parma ha corso meglio, creando di più e subendo solamente due tiri in porta
Il giorno dopo, con un po’ di tempo a disposizione, il Parma si è trovato ad analizzare una sconfitta immeritata, almeno guardando i numeri. La squadra di D’Aversa ha subito solo due tiri in porta, uno è finito in gol, l’altro è stato smanacciato da Gigi Sepe, capace di vivere una serata tutto sommato tranquilla e sicuramente meno operativa del collega Silvestri, decisivo in almeno tre, quattro occasioni.
Due tiri in porta, dicevamo, meno rispetto a qualunque partita del Parma in questo campionato. Ha battuto 12 calci d’angolo: nessuna partita del campionato in corso ne ha visti battere di più. Segno che le situazioni d’attacco il Parma ha saputo svilupparle e che l’Hellas – miglior difesa del campionato insieme a Juventus e Cagliari (che hanno una partita in meno) – qualcosa ha dovuto concedere, a dispetto dell’ordine tattico con cui la squadra di Juric è solita difendersi.
E il merito è da attribuire a Silvestri, oltre che all’imperizia di Gervinho e compagni; la squadra di D’Aversa ha fatto quello che doveva fare, evidentemente non tutto, ma i compiti assegnati da D’Aversa – che probabilmente non si aspettava di macinare certi numeri – sono stati portati a termine. Con un giorno in meno di recupero rispetto al Verona e con una rosa ridotta all’osso, il tecnico del Parma ha visto i suoi reagire alla grande.
Probabilmente non recupererà nessuno degli indisponibili e, scongiurato il pericolo di infortunio per Pezzella (uscito con i crampi), D’Aversa può contare sulla forza della mediana. Contro il Verona, i suoi centrocampisti Kucka e Brugman, hanno più duelli nella partita: 13 e 12. Ma non è bastato tutto questo predominio per vincere la partita. Neanche per pareggiarla. E questo è un grande rammarico per il Parma che ha perso uno scontro diretto per la salvezza.