“E’ vero, me ne pento ma era frutto dell’inesperienza. Volevamo Guardiola, Buffon qualità uniche, pensavo a un esonero immediato”
Carlo Ancelotti torna a parlare di PArma. Lo fa a Sky Sport in un’intervista a Paolo Condò di cui riportiamo qualche passaggio.
PARMA – “Iniziammo malissimo, c’era aria di esonero. Ci fu una cena di Natale a casa di Tanzi dove i dirigenti mi dicevano che senza una vittoria a San Siro me ne sarei dovuto andare. Allora stetti tutta la cena a trattare almeno per un pareggio, quando arrivammo in Hotel la sera prima della gara riunii tutti i miei collaboratori per brindare pensando che mi avrebbero esonerato. Invece vincemmo grazie a un gol di Stanic, con l’allenatore del Milan che era Sacchi, il mio mentore”.
BAGGIO, QUEL NO – “E’ vero, non l’ho voluto. Me ne pento ma era frutto dell’inesperienza. Sacrificai la qualità della squadra per il sistema, ma da lì cambiai il mio modo di pensare. Ora adatto il sistema ai miei giocatori, perché la cosa più importante è il calciatore, non l’allenatore o il gioco e adesso l’ho imparato”.
GUARDIOLA – “Volevamo Guardiola perché avevo bisogno di un centrocampista centrale e lui aveva dato la disponibilità. Poi rimase al Barcellona, abbiamo puntato su Bravo, che non era Guardiola ma aveva quelle caratteristiche, anche se poi dopo misi Sensini a fare il centrocampista”.
BUFFON – “Buffon aveva una qualità unica. Quando tiravo in porta mi prendeva tutto con una sicurezza e un posizionamento unico”.