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Sepe, il ritorno: “La società ha creduto in me”

“Inglese? Se fosse per me sarebbe già qui da quattro giorni, da quando abbiamo iniziato il ritiro. Ci sono delle dinamiche che però riguardano le Società”

“Essere un calciatore del Parma è una cosa bella e positiva, la Società ha fatto tanto per me facendo in modo che io fossi totalmente del Parma“. E’ questa la fotografia di Luigi Sepe, portiere crociato, direttamente dal ritiro di Prato allo Stelvio. “Ho ringraziato il Presidente, il Direttore e tutti per questo ”premio” che hanno dato alla mia stagione dello scorso anno. Il mio impegno in settimana, le partite giocate e tutto il resto ha fatto sì che il Presidente, il Direttore ed il Mister hanno scelto me per il prossimo campionato e per ciò che verrà. Io cerco di migliorare le mie qualità giorno dopo giorno per poi metterle in campo la domenica. La Società le ha viste in me e sono contento.L’importante è essere tutti quanti felici e speriamo di ripeterci quest’anno“.

Sepe è napoletano. Ma cosa vuol dire sentirsi napoletano? Cosa ha di diverso dagli altri il napoletano? “Il napoletano per emergere deve fare il triplo della fatica rispetto a tutti gli altri – prosegue – il napoletano quando va in qualsiasi altro posto d’Italia oppure del mondo viene etichettato in un modo non corretto. E’ vero che esistono persone meno belle, meno pulite, ma è anche vero che ce ne sono tantissime altre che lavorano ora dopo ora per cancellare questa etichetta. Io sono di Napoli, vengo da una zona non bellissima di Napoli perché non sono nato ricco ma sono felicissimo di quello che mi hanno dato mio papà e mia mamma, e credo che crescere a Napoli sia molto più difficile rispetto a crescere in qualsiasi altro posto. Ma se riesci a crescere nel modo giusto è un’emozione bellissima, basta vedere lo stesso Izzo e tantissimi altri calciatori napoletani“.

La prossima sarà la stagione della conferma? “Io sono qui perché mi hanno comprato e sono contento di quello che ha fatto la Società che spero di ripagare. Per il resto se sarà l’anno della mia conferma bisogna chiederlo al mister. Io mi impegnerò giorno dopo giorno in allenamento, poi la domenica deciderà il Mister se mandare in campo me, Colombi, Dini oppure Corvi. Inglese? Con Roberto c’è un rapporto bellissimo, ci sentiamo tutti i giorni e siamo più che amici. Non sono cose che posso decidere io. Se fosse per me sarebbe già qui da quattro giorni, da quando abbiamo iniziato il ritiro. Ci sono delle dinamiche che però riguardano le Società, i calciatori e le altre squadre sulle quali noi non possiamo incidere più di tanto. Sceglierà la Società, il Napoli e soprattutto lui“.

Un campionato, quello scorso, con più luci che ombre: “E’ vero che nel 2018 abbiamo fatto tanti punti così come è vero che nel 2019 abbiamo subito un po’ di più, andando in difficoltà. Ora dobbiamo azzerare tutto e ripartire, perché tutte le squadre partono da zero punti e zero gol subiti. Dovremo essere bravi a ripartire come abbiamo fatto l’anno scorso. Durante l’anno del campionato, per tutti e noi compresi, ci sono momenti belli e momenti brutti: sarà importante aver fatto tanti punti nei momenti brutti in modo da poter stare tranquilli“.

Infine, uno sguardo alle parate più belle della scorsa stagione: “Le tre parate contro il Bologna, fatte nel giro di pochi minuti e tutte decisive. Non è facile e non è semplice, non riesce quasi mai. E’ vero che anche quella su La Gumina in casa contro l’Empoli è stata importante perché ci ha fatto portare a casa il risultato così come ricordo alcune parate fatte a Reggio Emilia contro il Sassuolo o contro il Frosinone. Ma non mi piace parlare delle parate che ci hanno fatto fare punti, parlo di quelle con il Bologna perché abbiamo perso in una partita che comunque è stata a due facce considerato il secondo tempo con quattro gol subiti e un mio errore. Mi piace ricordare quella partita come punto di partenza perché ho fatto tante cose buone e tante non buone“.

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