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Parma, batte (forte) il cuore dei veterani

Iacoponi, Barillà, Ceravolo. Sono solo alcuni di quelli che lottano per allontanare l’emergenza. In attesa dei big tocca a loro

Lasciate stare il punto, forse pure – per una volta – la prestazione. Ma avete visto che spirito? Che ardore? Lontani dalla becera retorica, il Parma di sabato si è distinto per aver saputo nuotare nel mare delle incertezze, senza affogare nella cruda realtà che presentava una squadra in difficoltà, con qualche blocco mentale importante e la paura che affiorava, bloccando dapprima le caviglie per poi arrivare rapidamente a tappare il tubo dell’ossigeno che spingeva verso il cervello.

Brutta bestia la paura. Quella che appesantisce il pallone, frena la giocata e blocca pure il tempo. I quattro minuti di recupero concessi dall’arbitro sabato sembravano ore. Interminabili. Al triplice fischio si è sciolta la tensione, tra abbracci e sorrisi, esultanze smodate che testimoniano il momento difficile del Parma. Non da considerarsi del tutto alle spalle. Qualche bella notizia arriva (il punto e il margine invariato dalla terzultima) anche seil periodo resta di magra. I recuperi degli assenti sono lontani, Inglese e compagnia per quanto ne avranno? Per adesso non è dato conoscere i tempi con certezza, ma il Parma sabato – a prescindere da tutto – ha ritrovato il cuore dei veterani.

Che batte forte ancora, per questi colori. Per i  tifosi che il giorno prima avevano sbattuto i pugni sul tavolo pretendendo una reazione. Certificata, sottoscritta contro Mazzarri e il suo spirito da combattente. Domare il Toro non era facile, i granata arrivavano a cento all’ora da Torino. Ma si sono dovuti arrendere. Si sono fermati davanti a capitan Iacoponi, a Riccardo Gagliolo, a Barillà e Ceravolo, Gazzola, Siligardi e Scozzarella. Il cuore dei veterani che batte ha rianimato il Parma, capace di esaltarsi nelle difficoltà e di sfangarla (come si dice da queste parti) portando a casa la pelle di fronte a una squadra nettamente più forte e lanciata verso l’Europa che conta.

Lo stop del Torino ha fatto da eco arrivando lontana. E vicina. Fino a Reggio Emilia dove ancora una volta, come in occasione del primo derby ai tempi della Lega Pro, si snoda la stagione del Parma. Un Parma in riserva, certo, ma che adesso può guardare con un pizzico di fiducia a quello che sarà. Grazie anche ai veterani.

 

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