L’esterno del Verona, che ha deciso il derby veneto con il Venezia, insegue la terza promozione in serie A dopo quelle di Carpi e tra le fila dei crociati
Non poteva scegliere occasione migliore per sbloccarsi con la maglia del Verona. Antonio Di Gaudio ha realizzato il suo primo gol tra le fila degli scaligeri decidendo il derby veneto contro il Venezia e rilanciando i suoi nell’accesissima lotta promozione. “L’ho dedicato a mia moglie Maria -confessa nel corso di una lunga intervista rilasciata alla Gazzetta dello Sport– e a mio figlio Emanuel che aveva un po’ di febbre ma è venuto lo stesso allo stadio perchè mia moglie era sicura che avrei segnato“.
I DUE SALTI IN A. “Il Parma veniva dalla C, la squadra era forte ma noi pensavamo solo ai play-off. E’ stato decisivo vincere gli scontri diretti. Quella di Carpi è stata una vera impresa“.
CORSA PROMOZIONE. “Mancano dieci partite, serve continuità. Non bisogna sbagliare le partite che contano e sapere che, male che vada, bisognerà fare i play-off nella posizione migliore. A parte il Brescia, che è forte e ha un Donnarumma in stato di grazia, con le altre ce la giochiamo. Attenzione al Lecce che ha entusiasmo“.
L’ADDIO A PALERMO. “Giocavo poco, non ho mai capito i motivi, mi davano spiegazioni strane. Poi prima di andare in ritiro con la Primavera mi hanno detto che era meglio se smettevo. Avevo 17 anni, mi hanno ammazzato. Mi avevano voluto a tutti i costi, incredibile“.
TIFOSO ROSANERO. “Scavalcavo al Barbera con mio fratello, eravamo matti. Tifavo per Cappioli e La Grotteria. Ma dopo esser stato scartato, basta. E nello scontro diretto spero di vincere come è già accaduto lo scorso anno nel Parma“.
INSIGNE. “E’ un fenomeno, l’italiano più forte che c’è. Lo dicevo anche a suo fratello che era con me al Parma. Occhio però a Chiesa che sta crescendo in fretta. Il mio preferito comunque è sempre stato Ribery, guardavo i suoi video prima delle partite“.
TATUAGGI. “Ho un tatuaggio per mio figlio Emanuel con una frase di mia madre, la A di Carpi e di Parma. C’è spazio per la terza. Se Dio vuole..“.
