La storia del giovane numero uno brasiliano, classe 2000, scoperto dal Cruzeiro e già convocato due volte in Nazionale maggiore

In porta ci è arrivato dopo. Gabriel Nascimento Resende Brazao, più noto come Gabriel Brazao, ha cominciato a dare del tu al pallone – come tanti ragazzini brasiliani che poi si perdono tra favelas, delinquenza e altre vie – da attaccante, amante del freestyle e dei numeri alla Neymar, tanto per intenderci. Giocava a futsal, fino al 2014 quando gli osservatori del Cruzeiro hanno intravvisto in lui un potenziale talento da coltivare.

PIEDI BUONI. Come è arrivato in porta? Ai portieri moderni si chiede spesso di contribuire alla costruzione del gioco, di essere affidabili con i piedi e di avere una buona tecnica di base. Spiccata la sua, unita all’atletismo mostrato tra i pali di calcio a 5, ha stregato gli scout dei rossoneri brasiliani che hanno investito su di lui allevandolo e fornendogli tutto quello di cui deve disporre un giovane giocatore.

SINERGIA. In questi anni, Brazao che è nato nel 2000, è cresciuto fino a farsi notare anche dall’Inter, la squadra che per prima ci ha messo gli occhi su e che – come fatto con Julio Cesar – ne ha acquistato il cartellino salvo lasciarlo al Parma in prestito per sei mesi. Il tempo di ambientarsi, capire come funziona la Serie A e assimilare i meccanismi di un movimento diverso, di uno spogliatoio che gli permetterà di respirare l’aria di campo da vicino prima di essere buttato nella mischia.

LINEA VERDE. Parma e il Parma saranno la base di un parcheggio che servirà anche per capire se Brazao può essere il portiere del domani, in un0ottica di ringiovanimento della rosa cominciata con l’acquisto di Schiappacasse, quello di Diakhate, quello di Machin e la richiesta all’Inter – da formalizzare più avanti visti i buoni rapporti – di tenersi un altro anno Bastoni.

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— Parma Calcio 1913 (@1913parmacalcio) 19 febbraio 2019