Il presidente del Torino a La Gazzetta dello Sport. “Prima la salute ma se il campionato potrà ripartire bisognerà finire entro quella data”
Il presidente del Torino, Urbano Cairo, esprime le sue idee a La Gazzetta dello Sport in merito al proseguo della stagione sempre più a rischio. “Dovremo ripartire, certo, e il calcio dovrà essere un motore di questa ripresa ma tenendo presente prima la salute, poi il futuro. Perchè una stagione purtroppo è stata rovinata, ma dobbiamo stare attenti a non rovinare anche la prossima”.
TERMINE ULTIMO. “Oggi tutte le ipotesi rischiano di essere fittizie. In ogni caso è giusto stabilire degli scenari ma la voglia di concludere la stagione non può spingerci troppo oltre con le date. Ritengo che il 30 giugno sia un limite invalicabile oltre il quale giocare sarebbe sbagliato. Non rischiamo di rovinare anche la prossima stagione che dovrà essere di ripartenza“.
ALLENAMENTI. “Finchè non ci si può allenare tutti, non ci si allena. Inutile fare previsioni e corse in avanti sostituendoci ai virologi. Una cosa deve essere certa: ci si ricomincia ad allenare tutti assieme. Non sono ammessi interessi di bottega“.
TAGLIO STIPENDI. “Se il sistema va in crisi ne pagano le conseguenze anche i calciatori. E’ richiesto pure a loro un contributo per superare questo momento difficile. D’altra parte non si stanno allenando, non stanno giocando, in molti casi hanno lasciato l’Italia per tornare a casa, dalle proprie famiglie. E’ normale rinunciare a qualcosa“.
AIUTI. “Il calcio dovrà aiutare il Paese a ripartire da un punto di vista emotivo e sociale. Dobbiamo dare il nostro contributo e esser messi nelle condizioni di poterlo dare. Il calcio sarà un motore ma quel motore va acceso e serve l’aiuto di tutti“.