Il ds, legato da un altro anno di contratto, potrebbe rimanere a Parma anche l’anno prossimo: solo se la società resta nelle mani dei sette imprenditori

Un legame forte con la società, simbolo distintivo e caratteristico di una fiducia quasi incondizionata. Il Parma e Daniele Faggiano sembrano legati da un nodo difficile da sciogliere, che probabilmente – è un po’ una contraddizione, se volete – si può slegare in qualsiasi momento.

Così legati da separarsi in un attimo. Se lo si vuole. A fine stagione, con l’obiettivo ancora da conquistare, si fanno già analisi e controanalisi di un mercato che deve decollare, guidato da Faggiano in persona. Che potrebbe però salutare anzitempo, qualora una piazza più blasonata chiamasse il ds. La società sta programmando la ripartenza con Faggiano al timone, c’è già un accordo per il prolungamento (annuale) per il ds che ha il contratto in scadenza nel 2020.

La partita contro il Sassuolo ha rafforzato ulteriormente, in attesa della gara dell’Empoli, una classifica che per adesso vede il Parma non tremare. Certo, nella lotta salvezza è coinvolto pure il club di Pizzarotti, che ieri ha esultato nuovamente sotto lo spicchio dedicato ai tifosi ospiti con meno enfasi rispetto a quando ha brandito il suo orgoglio da proprietario dopo la partita con il Torino.

Tutto mentre suo padre, il Cavalier Pizzarotti, discuteva di calcio con Faggiano in tribuna. Chissà se hanno parlato del rinnovo. Probabilmente qualche ragionamento lo hanno abbozzato, ma la candidatura del dirigente salentino resta in piedi solo se il Parma resta nelle mani degli industriali. Ancora è presto per affrontare certi ragionamenti.