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Pecchia, 300 panchine italiane: così ha trasformato il Parma

L'allenatore crociato punta sul coinvolgimento di tutti: e ha numeri da primatista assoluto

L’allenatore crociato punta sul coinvolgimento di tutti: e ha numeri da primatista assoluto

Alla fine della partita, mentre i suoi ragazzi festeggiavano e si abbracciavano, Fabio Pecchia si è girato ed è tornato in panchina. Con lo sguardo sotto la visiera del cappello inzuppato di acqua, che un po’ l’ha protetto dalla pioggia di Cittadella, cercava di capire come i suoi avessero tenuto quella partita aperta a fronte delle tante occasioni da gol che Man e compagni avevano sciupato. Si è seduto su quella panchina, la 300esima italiana, ha aperto una bottiglietta d’acqua e l’ha bevuta, spegnendo il fuoco sacro della gara appena terminata. Come se l’avesse giocata lui. Poi si è alzato ed è andato nello spogliatoio. I complimenti ai suoi ragazzi e la gioia della vittoria condivisa con il suo staff. Un bel regalo per il traguardo storico delle 300 panchine festeggiate con la vittoria numero 15 in campionato. La quinta nelle ultime sette, la 32esima in 62 gare alla guida del Parma in Serie B. A 3 gol dai 48 segnati nella scorsa stagione, con una bella fetta di campionato ancora davanti. Numeri che certificano una crescita importante, nei singoli e nel gruppo. Cominciata ormai un anno fa: il 28 febbraio 2023 il giorno della sconfitta interna contro il Pisa, è nato un altro Parma. Da allora, la squadra di Pecchia non ha più perso al Tardini e, nelle successive 35 partite è uscita sconfitta solo 4 volte, tutte in trasferta. È la squadra che in casa ha conquistato più punti: 26. Uno in più rispetto a quanti ne ha mietuti in trasferta dove ha vinto 8 gare su 12 e raccolto 25 punti. In quest’anno e mezzo, il Parma di Pecchia ha collezionato 111 punti, segnando 93 gol. 45 solo quest’anno. L’artefice del cambiamento del Parma è don Fabio, l’avvocato di Formia che ha rimesso insieme i pezzi dopo Cagliari e sta proseguendo dritto verso la storia gloriosa del Club.

300 panchine: non male per chi – nella tesi discussa a Coverciano – ha pensato per un attimo di cominciare dal Lenola, squadra della propria città promettendo a se stesso di vincere il campionato: “Fosse pure quello di terza categoria“. Umile e studioso, la prima panchina risale al 2011: Gubbio. 299 gare dopo, Pecchia è cambiato, pur rimanendo sempre Fabio. “Voglio giocare con un 4-2-3-1 – si legge nella tesi – perché è un modulo propositivo (fase possesso), copre bene il campo e puoi affrontare qualsiasi modulo senza fare grossi cambiamenti (fase di non possesso)“. Ed è così, fedele alle sue idee scritte e conservate nella tesi dal titolo ‘Allenare comunicando’, che il suo Parma sta superando se stesso. “Del resto la prima considerazione da fare a livello psico-emotivo è che “vince chi pensa di vincere”: se non pensi di vincere sei già battuto in partenza“, scriveva nel 2011. E Pecchia, che vincente lo è diventato sul campo, sta riuscendo nell’impresa di convincere tutti del fatto che la sua squadra debba meritare di giocare in Serie A l’anno prossimo. Come? Con il gioco, con la mentalità, con i gol. Così si vincono le partite. Mentre lui guida i suoi dalla panchina, gioca con loro. Li guida, gli parla. Anche per questo, alla fine della gara con il Cittadella, mentre i suoi ragazzi festeggiavano, Fabio Pecchia si è seduto sulla sua 300esima panchina. Stanco ma felice.

fonte: ParmaToday.it

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