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Sohm, l’uomo nuovo del Parma

Tra le note liete di questo inizio di campionato anche lo svizzero, che Pecchia e il suo staff hanno migliorato. Ma dietro la metamorfosi ci sono altri fattori, a cominciare dalla madre Angelika

Tra le note liete di questo inizio di campionato anche lo svizzero, che Pecchia e il suo staff hanno migliorato. Ma dietro la metamorfosi ci sono altri fattori, a cominciare dalla madre Angelika

Quello confezionato domenica a Cremona è il quarto assist stagionale per Simon Sohm in nove partite ufficiali, Coppa Italia compresa. Solo Marcus Thuram dell’Inter (4 assist in 9 gare) e Alessio Iovine del Como (4 assist in 6 partite) hanno gli stessi numeri dello svizzero (Whoscored.com), tra le tante note liete del Parma di inizio stagione. Simon è diventato praticamente un titolare fisso del quale Fabio Pecchia sembra non poter più fare a meno. Infatti, in questa prima parentesi di campionato, ha sempre giocato partendo otto volte da titolare su nove (Coppa Italia compresa). Ma per capire a fondo la metamorfosi di Sohm bisogna andare oltre la mera questione tecnico-tattica. Il campo dice che il merito è da ascrivere quasi completamente a Fabio Pecchia che ha intuito le sue potenzialità, ritagliandogli un ruolo nel quale può sprigionare tutta la sua fisicità e la sua corsa poderosa. Il tecnico, verso fine dicembre, gli ha praticamente cambiato il chip restituendo un giocatore nuovo al Parma e recuperando l’investimento che il club ha fatto ormai tre anni fa, spendendo per l’allora capitano della Svizzera Under 21 ben 6 milioni di euro.

Pecchia gli ha tolto di dosso la pressione di dover dimostrare a tutti i costi che valesse quella somma, gli ha fornito dei dettami tattici precisi e lo ha piazzato in quella zona di campo dove devi essere bravo a galleggiare tra le linee. E lui ha risposto con prove positive e incoraggianti. Il tecnico di Formia è uno che spesso guarda gli avversari, adattando le sue scelte anche in base alla squadra che ha di fronte. Infatti, fino a oggi, non ha mai schierato la stessa formazione. Nelle gare in cui si decide di aspettare l’avversario accettando il suo possesso, Sohm deve andare a prendere il mediano bloccandone l’avanzata e presidiando la zona. Quando invece il Parma decide di pressare forte per la riconquista immediata della palla, Simon deve andare su un centrale difensivo impedendogli la prima costruzione. Il resto l’ha garantito Sohm che in quella posizione si diverte a sparigliare le carte con inserimenti da dietro e tagli che difficilmente sono letti dalle difese avversarie. Ma, dicevamo, la metamorfosi non si spiega solo così. In questa trasformazione che ha portato questo ragazzo di 22 anni a essere giocatore convinto e convincente, ha giocato un ruolo importante la fiducia che il gruppo nutre nei suoi confronti e il fatto che sia in Italia ormai da tre anni: comprende meglio la lingua, capisce molto di più il calcio, il modo di viverlo e interpretarlo e sembra essersi anche messo in pari con se stesso. Simon vive la città, respira parmigianità non solo perché abita in centro, tra via Farini e Piazzale Santa Apollonia, il suo quartier generale è più o meno quello. A due passi da casa ha uno dei ristoranti più famosi della città dove va spesso a cena. Alle Sorelle Picchi lo conoscono tutti: spesso la cena se la fa portare a casa: Simon è un tipo abbastanza solitario, ama riflettere. Qualche volta legge, qualche altra si dedica alla PlayStations ed è anche così che ha saputo trovato la medicina per curare i suoi mal di pancia, un tempo frequenti. Un ruolo importante in questo cambiamento radicale l’ha giocato mamma Angelika, figura sempre presente nella sua vita. L’insegnante svizzera, amante delle regole, ha tirato su questo ragazzone all’apparenza molto serio e riservato, l’ha seguito durante la sua avventura da calciatore in patria, rimanendo vicino al figlio per tutto il tempo. Appena può, gli fa visita in Italia. Domenica, per esempio, era a Cremona, a gustarsi l’ultima prestazione in ordine di tempo del suo Simon, finito tante volte sul taccuino di diversi osservatori. A Parma l’offerta giusta non è mai arrivata. C’è da dire però che in estate il Palermo aveva messo mano al portafogli, sventolando cinque milioni per accaparrarsi il suo cartellino: secco il ‘no’ del Managing Director Sport Roel Vaeyens, che ha voluto trattenere il calciatore perché convinto potesse dire la sua, visto come aveva finito il campionato l’anno scorso. A vedere da come ha iniziato la stagione va ammesso che la scelta è stata giusta. Il suo contratto con il Parma scade nel 2025, in caso di promozione in Serie A ci si siederà attorno a un tavolo per mettere in agenda il rinnovo evitando che un patrimonio della società possa andare via a costo zero. 

 

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