L’ex direttore sportivo del Parma: “È un leader carismatico, si è caricato l’ambiente sulle spalle quando le cose andavano male e nessuno diceva: ‘Aspettate, stiamo costruendo…’ “
“Tenere Pecchia alla guida del Parma è stato fondamentale“. Lo ha detto l’ex direttore sportivo del Parma, Daniele Faggiano durante il suo intervento a Bar Sport, format condotto da Marco Balestrazzi e in onda ogni lunedì su 12TvParma. “Mi sento un tifoso del Parma, lo sarò per sempre – ha spiegato il direttore sportivo, elogiando l’allenatore -. Pecchia ha sempre fatto bene, ha sempre dimostrato di insegnare calcio sin dai tempi della Juventus Under23. A Verona ha vinto, penso che in questo ultimo periodo il mister sia cresciuto sotto tanti aspetti. Intanto è uno degli allenatori più acculturati del calcio italiano, capisce di calcio e ha uno staff importante. Con lui ci sono Porta, Coppola, Troianiello che lo supportano quotidianamente e gli danno una bella mano. Lui è un allenatore importante che fa crescere i giocatori. Tante volte questi allenatori sono svantaggiati perché tutti guardano solo al risultato. Sinceramente, questa partenza non me l’aspettavo. Posso dire che i giocatori che sono stati presi sono cresciuti, hanno fatto investimenti giusti. Prova ne siano a Man e Mihaila che non erano pronti quando sono arrivati. La società li ha aspettati, adesso credo il loro valore si veda. Il campionato italiano è diverso da tutti gli altri campionati, serve tempo per adattarsi. Tenere Pecchia, ripeto, è stato importante“.
Il discorso poi si è fatto un po’ più ‘sentimentale’. “Se mi manca Parma? Non mi manca perché sono sempre legato all’ambiente, so tutto di Parma e cerco di rimanere sempre aggiornato. Ho amici lì ed è come se fossi sempre lì. Avversari? Il Parma fa bene a temere solo se stesso. Dalle immagini ho visto che c’è davvero un bel gruppo e tanti bravi calciatori. Io e il mio staff avevamo in passato già provato a prendere Man e Mihaila, ma si trattava di investimenti da fare per il futuro. Qualcuno di questi calciatori oggi può giocare già in Serie A. Mi piace Chichizola, che oltre a parare sa anche giocare il pallone. Penso che ci siano tanti giocatori cresciuti e molti osservatori, ogni domenica, vengono a vedere il Parma. Che cosa è cambiato rispetto all’anno scorso? Posso dire che Pecchia ha dato una mano importante a questo Parma. È normale che siamo figli dei risultati come uomini di sport: se vinci c’è più entusiasmo. Poi quando le cose vanno male o non come vorremmo che andassero, ognuno è abituato a esporsi e porsi come meglio crede. Io ho il mio credo e la mia educazione, è normale che in questi anni è mancato forse qualcuno che si esponesse. Quando le cose andavano male bastava dire: “Ragazzi, aspettate perché stiamo costruendo qualcosa di importante”. E i fatti gli avrebbero dato ragione. Qualche volta si è preso tutto sulle spalle Pecchia perché è un leader carismatico, silenzioso. Io forse apparivo un po’ di più. Adesso non vengo allo stadio per rispetto di tutto e tutti, non sono più venuto perché non voglio creare illazioni. Io ero e sono legato al Parma e quando mi esponevo lo facevo per difendere la squadra e la città“.
