Il dopo partita infuocato della Unipol Domus si trascina dietro una coda di polemiche inevitabile. Il pallone è pallone a ogni latitudine, in ogni categoria
“Quello del rigore assegnato da Colombo nella semifinale di andata dei playoff tra Cagliari e Parma dopo il contatto tra Mihaila e Luvumbo è un episodio complesso. Noi proviamo ad analizzarlo come se fossimo in un ipotetico laboratorio tecnico, quando si vedono e rivedono le immagini nel tentativo di spiegarle dal punto di vista regolamentare. Questo, a mio parere, non è rigore nella maniera più totale – spiega l’ex direttore di gara in esclusiva a ParmaToday.it -. Perché? Dal primo replay si vede come sulla palla ci sia il difendente del Parma: nell’occasione Mihaila è in vantaggio e vi rimane sempre, fino alla conclusione dell’azione. Ma la cosa importante è l’obiettivo che ha il giocatore del Parma: quello di spazzare il pallone.
Il calciatore del Cagliari (Luvumbo, ndc) è sempre dietro: non prende mai il tempo al difendente. Non riesce a mettersi con il corpo davanti all’avversario, ma solo a mettere la gamba/piede davanti a Mihaila con il solo obiettivo di cercare un contatto falloso. Mihaila, che ha il diritto di calciare la palla come difendente, fa il suo dovere e non fa mai niente per commettere fallo. Mentre Luvumbo cerca, pur partendo da posizione di svantaggio, di creare un contatto allargando la gamba e non cerca mai di prendere il pallone. In questi casi la domanda è: Chi crea il contatto? Tecnicamente, per capire se un contatto è falloso (e quindi rigore) bisogna capire chi crea il contatto. In questa circostanza il contatto viene creato dall’attaccante, non dal difendente ed per questo che questo non è rigore. Consiglio agli arbitri più giovani come Colombo, arbitro con grande potenziale e che son sicuro si farà, di guardare sempre il difendente e non l’attaccante“.