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Pecchia: “Buffon? Valore aggiunto, Bernabé non farà parte del gruppo squadra”

L’allenatore del Parma in conferenza stampa: “Se Gigi gioca o no non cambia il livello della sua importanza. Lo spagnolo ha avuto una piccola cosa”

Buffon resta in forse, Bernabé non ci sarà: “Ha avuto una piccola cosa e non farà parte del gruppo squadra – ha detto Fabio Pecchia in conferenza stampa -“. La gara di Genova è rimasta negli occhi della gente per un paio di situazioni: l’inizio forte, qualche difficoltà e l’episodio che ha visto protagonista Dragusin nella sua area di rigore a fine gara. Il tocco di mano non è stato sanzionato. “Non saprei dare una spiegazione – ha detto il tecnico – penso agli ultimi cinque minuti in maniera positiva, potevamo anche vincerla. L’episodio del rigore, l’interpretazione che si dà in questi casi faccio fatica a comprenderla. Alla fine della partita il quarto uomo mi ha detto che avevano controllato ed era tutto ok. Mi sono fermato lì”.

Domani arriva al Tardini la Ternana che l’anno scorso ha portato via al Parma sei punti: “Una squadra che lavora per il terzo anno di fila con lo stesso allenatore – spiega Pecchia -. Hanno finito bene l’anno scorso, hanno aggiunto un calciatore dal grande potenziale, parlando di Favilli. Hanno qualità, esperienza, quel pizzico di malizia che serve per portare a casa la partita. Dobbiamo fare le nostre cose e avere una voglia straordinaria di vincerla.  Buffon? Ha recuperato, si allena con noi da venti giorni. Il fatto che sia in gruppo è un valore aggiunto. Se poi sarà della partita o no non cambia nulla a livello di importanza nel gruppo. 

L’ho detto dal primo giorno, voglio costruire un gruppo, qui ci sono calciatori che oltretutto hanno potenzialità ancora da esprimere. Voglio creare un gruppo forte che abbia un identità chiara. Ci vuole corsa, qualità e ritmo, soprattutto voglia di vincere le partite. Man, Mighaia, Vazquez hanno grande qualità. Abbiamo fatto bene a Genova, sul 2-1 mi sarebbe piaciuto essere più precisi nel palleggio, siamo mancati un po’ nelle nostre qualità migliori: la gestione della palla, ad esempio. I campionati si giocano sempre, così si crea il gruppo, a prescindere da chi gioca. Benek? E’ molto giovane, mi piace l’idea che si adatti. Senza snaturarlo. Gli chiedo che bisogna avere capacità di attaccare la porta in maniera laterale, non sol frontale

Genova mi ha dato molti spunti di riflessione, su un tipo di pressing che può essere fatto. Non sempre si va a giocare davanti a trentamila persone, non sempre si affronta una squadra così forte. Più il livello si alza, più tutti sono chiamati a dare di più. Mi è piaciuta la personalità dei ragazzi nel fare le cose, quando abbiamo perso il palleggio è stato Vazquez a risentirne di più. Ci sono dei momenti in cui abbiamo bisogno di Vazquez, perché è il calciatore che più di tutti può pulirci il pallone. L’abbiamo forzata troppo cercando la verticalizzazione invece di passare da Vazquez. Bisognava coinvolgerlo di più perché c’erano degli spazi da sfruttare”.

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