Il pari di Ascoli ha un peso specifico ben superiore rispetto a quelli col Cosenza e di Como ma è mancata la lucidità negli ultimi venti metri
Il convalescente Parma torna da Ascoli con un pareggio a reti inviolate che, secondo la Gazzetta di Parma, ha un peso specifico ben superiore rispetto a quelli collezionati nell’ultimo periodo col Cosenza e a Como. Una convinzione maturata dallo spirito e dalla compattezza della squadra, che non si è lasciata spaventare dal caloroso tifo marchigiano e nemmeno dalla pioggia battente caduta al Del Duca al cospetto di un avversario, reduce dal successo di Reggio Calabria e in serie positiva da cinque turni. Eppure gli uomini di Iachini si sono dimostrati all’altezza della situazione, crescendo alla distanza e sfiorando nel finale il colpaccio che avrebbe portato in dote morale, fiducia e punti utilissimi in ottica classifica.
ATTACCO STITICO. E qui si apre la nota dolente della domenica dei crociati, incapace di creare grossi pericoli, eccetto la traversa di Vazquez al 95′, soprattutto, nel finale quando avevano preso pieno possesso del pallino del gioco. Un predominio territoriale che non si è tramutato in occasioni così ghiotte e ha evidenziato la mancanza di lucidità negli ultimi venti metri, nonostante il potenziale offensivo in campo. E c’è il dubbio legittimo che i tanti giovani impiegati nell’arrembaggio conclusivo (Benedyczak, Correia, Zagaritis), probabilmente, non bastino per tentare l’assalto alla serie A. “Da Ascoli -scrive il quotidiano locale- torniamo con la convinzione che nelle quattro gare prima della pausa si debba inventare qualche formula alchemica in attacco per cercare di fare gol e poi difenderlo, cosa che non accade dall’ultima vittoria, con il Vicenza il 1° novembre. Lontana, troppo lontana“.