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Il settimo sigillo di Messi: giusto dargli il Pallone d’Oro o lo meritava Lewandowski?

Settimo Pallone d’Oro per Messi, che fa spazio in bacheca. Quella ricchissima di Lewandowski rimane orfana del prestigioso trofeo

Il dibattito è aperto, dalla serata di ieri. Anche se si era capito già da diverse ore che a trionfare nella corsa al Pallone d’Oro sarebbe stato Leo Messi. Giusto o sbagliato assegnarlo a lui? Oggi il popolo della rete si è scatenato: da una parte chi pensa che le vittorie della Pulce siano meritate a prescindere (anche Pelè si è schierato da questa parte), dall’altra chi avrebbe preferito veder posare con l’ambito trofeo Robert Lewandowski.

Il dibattito, come detto, è apertissimo. E la divisione social, per lo più, nasce dalla decisione di France Football di non assegnare il trofeo lo scorso anno, causa pandemia. Quello sì, sarebbe stato del centravanti polacco senza sé e senza ma. Valanga di gol e trofei avrebbero portato in dote anche il Pallone d’Oro. Se gli fosse stato assegnato lo scorso anno (pure Messi dal palco ha chiesto agli organizzatori di risarcirlo in qualche modo) oggi non saremmo qui a discutere.

Il Pallone d’Oro a Messi ci può stare sempre, ormai è il settimo di una carriera che mette in imbarazzo anche solo a parlarne. Figurarsi nell’anno in cui ha finalmente condotto (da miglior giocatore del torneo) la sua Argentina alla vittoria in Copa America.

Dunque, parlare di furto è troppo. Senz’altro. E’ vero che si sono viste stagioni giocate su altri livelli, ma il titolo con la nazionale gli ha dato anche quello che gli mancava per competere con i più grandi di sempre.

Dall’altra parte, direte voi, una montagna di gol e trofei (specialmente lo scorso anno) che non dovevano passare inosservati. Perché, diciamocelo francamente, il secondo posto in questa speciale classifica conta poco per uno che ha sperato a lungo di vincerla. Discorso diverso per Jorginho, ad esempio, che grazie ai trionfi con Chelsea e Nazionale si è classificato al terzo posto, probabilmente la vetta più alta della carriera.

Robert deve esserci rimasto parecchio male, anche se non l’ha dato a vedere in pubblico. Elegante e sorridente, non lo vedremo mai sopra le righe. Sa bene, probabilmente, che il treno è passato in modo definitivo. Tanti scalpitano alle sue spalle e gli daranno filo da torcere per ripresentarsi il prossimo anno con parte dell’opinione pubblica a favore. Eppure, c’è da scommetterci, continuerà a segnare valanghe di gol, ma difficilmente la sua Polonia (il fattore nazionale è spesso decisivo) potrà aiutarlo a coronare questo sogno: fuori ai gironi di Euro 2020, cammino difficile per andare al Mondiale (sulla sua strada prima la Russia e poi, probabilmente, la Svezia). Insomma, anche la valanga di gol di Lewa ha dovuto inchinarsi al talento della Pulce. Giusto o sbagliato?

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