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La storia si ripete: il discutibile tempismo di Krause ma ora il cambio fa più male

E’ il terzo esonero in meno di un anno in casa Parma che, così come era già avvenuto per Liverani, ha atteso forse più del previsto

In quindici mesi tre esoneri, una retrocessione, l’attuale quindicesimo posto in serie B più vicino alla zona play-out che non a quella play-off e una marea d’investimenti che finora non hanno reso secondo le aspettative. E’ l’amaro bilancio, dati alla mano, della gestione di Kyle Krause che ha dato una grande solidità dal punto di vista economico ma sul piano sportivo, probabilmente a causa dell’inesperienza e di cattivi consigli, ha finora ottenuto risultati disastrosi. Ostinandosi, talvolta, in scelte incomprensibili, senza ascoltare i malumori della piazza che invocavano già da tempo un cambio al timone.

TEMPISMO. Premettendo che sarebbe sbagliato e ingeneroso addossare tutte le colpe a Maresca, è allo stesso tempo innegabile di come questo cambio di rotta sia arrivato in maniera forse troppo tardiva. E non mancano le analogie con il primo esonero di Liverani, ad onor del vero non scelto dall’attuale proprietà, che, però, lo salvò, anche su suggerimento dell’allora ds Carli, dopo il doppio ko tra Juventus e Crotone mandando la squadra in ritiro durante la breve sosta natalizia. Risultato? Altre due brutte scoppole alla ripresa di fronte a Torino e Atalanta e potenzialmente due preziose settimane di lavoro perse prima di richiamare in fretta e furia D’Aversa, che peraltro fece peggio del suo predecessore.

DOPO LECCE. Forse le due vittorie su Cittadella e Vicenza, collegate anche al cambio di modulo, avevano in un certo senso rinfrancato il club che non se l’era sentita di scaricare il giovane tecnico all’indomani del poker incassato a Lecce nonostante la pausa delle Nazionali ben si sposasse, a livello di tempistiche, per l’inaugurazione di un nuovo ciclo dalla filosofia e dalle idee totalmente opposte dalla passata gestione. Peccati forse di gioventù o dovuti al convincimento che Maresca, forte di un contratto triennale, sarebbe riuscito ad invertire il cammino. Pensiero naufragato assieme al progetto rimasto tale solo sulla carta subito dopo il disarmante pareggio interno col Cosenza (1-1), questo sì sufficiente a resettare tutto quanto si era dichiarato fin dalla scorsa primavera. La speranza è che, al di là del ritardo, il quarto allenatore dell’era Krause possa perlomeno lottare per gli obiettivi prefissati all’inizio della stagione. Dopo un anno e mezzo di delusioni se lo meriterebbero i tifosi, la storia, la tradizione del Parma e anche lo stesso presidente americano, che non lesina nè passione nè impegno economico per ora inversamente proporzionali ai verdetti insindacabili del campo.

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