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Calcio, fondi pronti ma passo indietro su diritti tv Serie A

 A pesare sono state le divisioni ancora evidenti all’interno dei club della Serie A

L’accordo sulla media company tra i club della Serie A e i private equity e’ ormai a forte rischio. L’assemblea di Lega ieri ha prodotto un altro rinvio: un’ulteriore fumata grigia che mette una seria ipoteca sull’operazione fondi voluta dal presidente Paolo Dal Pino. fondi Cvc, Advent e Fsi, a quanto risulta al Sole 24 Ore, riterrebbero la trattattiva ormai chiusa. A pesare sono state le divisioni ancora evidenti all’interno dei club della Serie A. Si sapeva gia’ della posizione contraria del presidente della Lazio Claudio Lotito, ma alla lista degli scontenti si sono aggiunti nelle ultime settimane anche il Napoli di Aurelio De Laurentiis, il Verona di Maurizio Setti e l’Atalanta di Luca Percassi. La platea degli indecisi sarebbe cresciuta: Juventus e Inter si sarebbero sfilate e il numero dei voti potenzialmente contrari e’ aumentato. In un’assemblea infuocata si sarebbe quindi deciso di prendersi un po’ di tempo in piu’ per cercare di non far fallire tutto anzitempo. Riflettori ora sull’assemblea gia’ fissata per l’11 febbraio. Resta da capire se ci sara’ un’altra opportunita’: i private equity si erano dati come scadenza l’assemblea di ieri e per convincere gli indecisi avrebbero fatto arrivare una nuova proposta migliorativa (oltre ai 23 miglioramenti gia’ presentati in questi mesi).

Sul fronte economico, all’atto del closing, il versamento sarebbe di 300 milioni sugli 1,7 miliardi per entrare al 10% nella media company con pagamento di altri 350 milioni annui da giugno 2021 a giugno 2023 e 117 milioni annui fra 2024 e 2026. Ieri in assemblea sembrano pero’ aver prevalso i dubbi. I presidenti contrari hanno evidenziato condizioni troppo favorevoli ai fondi: oltre 1,1 miliardi in 8 anni con l’aggiunta di una commissione da performance da 150 milioni. Senza dimenticare che Cvc, Advent e Fsi otterrebbero al momento della loro uscita (lock-up fino a giugno 2026) una cifra superiore agli 1,7 miliardi pagati. Fra gli aspetti poco digeriti ci sono anche la governance che alcuni presidenti ritengono sproporzionata a favori dei fondi, la clausola SuperLega, la gestione dei diritti d’archivio. Lo spostamento del redde rationem all’assemblea del’11 permettera’ di scavallare gli appuntamenti di oggi (con i rilanci attesi da Sky, Dazn, Eurosport e Mediapro sui diritti Tv per il 2021-24) e di lunedi’ quando l’assemblea decidera’ il da farsi.

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