Il giorno dopo la sconfitta con la Fiorentina erano presenti a Collecchio il presidente del Parma, Pizzarotti e il presidente di Nuovo Inizio, Marco Ferrari: linea comune, unità di intenti e compattezza
La terza sconfitta consecutiva ha intristito l’animo del Parma. Negli occhi della squadra, soprattutto in quelli di D’Aversa, resta la prima frazione di gioco di fatto non giocata contro una Fiorentina che probabilmente ne aveva di più. Tanto è bastato per far scomparire il Parma dal campo, contro un avversario – va detto – che aveva un solo risultato a disposizione per evitare di inciampare nelle paure e negli incubi dello scorso anno. Il primo tempo visto contro la Viola è – per certi versi – paragonabile alle partite con la Spal e alla gara con la Lazio in casa. Ed è questo che più di ogni cosa ha fatto infuriare Roberto D’Aversa. A fine gara l’allenatore ha detto: “Ci può stare di perdere, magari per episodi, ma non deve esserci il rimorso da parte nostra di non aver dato tutto”.
Il concetto è stato ribadito anche stamattina, nel faccia a faccia consueto a Collecchio. Al centro sportivo ad assistere all’allenamento c’erano anche il presidente Pietro Pizzarotti e il presidente di Nuovo Inizio Marco Ferrari. La tesi sostenuta dalla proprietà, che forma con allenatore, direttore sportivo e squadra un blocco unico in nome di un’unità di intenti che non prevede alcun processo alla squadra, è quella di fare più punti possibili da qui alla fine del campionato, per poi tirare le somme. Basta blackout, come ha detto D’Aversa ai suoi, bisogna tenere alta l’attenzione e la tensione dei singoli. Serve per restare vivi fino alla fine e soprattutto serve a evitare tracolli ingiustificati. L’allenatore si è preso le sue responsabilità, la squadra adesso deve prendersi le sue per concludere al meglio. Mancano 8 partite e 24 punti. C’è tempo e modo di stupire.