L’ex difensore e poi allenatore gialloblù non nasconde i rimpianti nella prima stagione di Malesani. “Quanti scherzi con Asprilla e Veron”
L’ex difensore e poi allenatore del Parma, Luigi Apolloni, ricorda il successo in Coppa Uefa del ’99, l’ultimo di una squadra italiana in quella competizione, nel corso di un’intervista a GianlucaDiMarzio.com. “Era la mia seconda Uefa, dopo quella del ’95 vinta contro la Juve. Non mi sarei mai aspettato che le italiane non avrebbero più raggiunto una finale di questo torneo. C’è l’orgoglio per il nostro risultato, che è diventato record di longevità. Ma anche il dispiacere di aver perso quella continuità al vertice”.
SQUADRA PIU’ FORTE. “La cavalcata era iniziata con Nevio Scala, poi Ancelotti e Malesani hanno dato continuità. Ma nella mia ultima stagione, quella era la squadra più forte della storia del Parma“.
RIMPIANTI. “Sicuramente Malesani ha inciso tanto, trasmettendo un’idea di gioco importante. All’inizio voleva schematizzare i suoi fuoriclasse e facevamo un po’ fatica. Ma quel Parma era da scudetto per il collettivo e la forza delle individualità che c’erano”.
LE MACCHINE SPARITE. “Era tutto uno scherzo, soprattutto con Asprilla e Veron. Ci facevano sparire i vestiti: a volte alcuni di noi sono dovuti tornare a casa in accappatoio e ciabatte. I sudamericani tramavano in continuazione, erano davvero fantasiosi. Ma quando ci facevano sparire le macchine superavano loro stessi. Alcuni loro amici riuscivano a far togliere le chiavi dalle auto e le portavano via dal Tardini o da Collecchio. Poi le facevano ritrovare, ma le prime volte c’era da spaventarsi. E ci toccava chiedere un passaggio”.