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Gervinho, cuore Parma: “Grazie a tutti”

L’ivoriano festeggia su Instagram il rinnovo del contratto fino al 2022 con il Parma: “Potrei dire tante cose ma…”

Potrei dire tante parole ma la cosa più importante è dire grazie a tutti quanti. Merci @parmacalcio1913“. Seguono due cuori, uno giallo e uno blu, a testimonianza che in questa epoca social tutto passa attraverso comunicazioni stringate che racchiudono un grande senso di appartenenza, se volete. Gervinho è sicuramente un tipo … atipico, un uomo che vive con un decalogo di regole che nessun altro possiede. Regole ascritte nel libro della vita. La sua, una vita sempre piena di alti e bassi che si sono riflettuti poi nel campo in questa carriera che fino a qui è stata molto ma che sarebbe potuta essere di più. Una vita che il calcio ha reso migliore, impreziosita dalle sue sgasate che hanno fatto di Gervinho un idolo in campo e soprattutto fuori. Provate ad andare in Costa d’Avorio. Abidjan, la sua città, è la città di tutti. Da quelle parti il signor Gervais è un idolo, incontrastato. Umile e affabile, dispensatore di sorrisi, di solidarietà. 

E’ sbarcato a Parma con i suoi eccessi, le sue contraddizioni un anno fa, probabilmente – visti i risultati – resta per ora il miglior colpo di Daniele Faggiano, il ds che più di tutti ha creduto in lui. Per impatto, per il suo essere decisivo, per i gol (il record da quando è in Italia, 11 l’anno scorso), Gervinho è stato il giocatore che ha reso di più, un top player che si è saputo calare nella parte, nell’aria di provincia lui che in provincia non aveva mai giocato. Abituato a grandi teatri come Highbury e il Colosseo ai tempi di Arsenal e Roma, Gervinho ha svestito i panni della star, mantenendo quelli del santone e predicatore di leadership, si è trascinato il Parma sulle spalle e grazie anche alla libertà che gli ha concesso Roberto D’Aversa (il tecnico con il quale ha reso di più assime a Rudi Garcia), si è fatto notare parecchio facendo ricredere qualche scettico che lo aveva etichettato troppo in fretta come ex giocatore.

Professionista (nel pacchetto vanno inserite le pause), professionale (qualche permesso richiesto e ottenuto), nel pacchetto c’è tutto quello che può esserci in un campione. Eccessi, giocate extra lusso, abbracci, sorrisi e appuntamenti mancati. Pochi gli sbalzi d’umore: uno in questa sessione di mercato, in estate, quando a un certo punto sembrava potesse e dovesse salutare anzitempo il Parma. Causa: ritocco sensibile di un ingaggio che alla fine è andato a crescere anche se non come voleva l’ivoriano. Pedina fondamentale nel credo tattico di D’Aversa, il tecnico, Faggiano e la proprietà hanno fatto di tutto per tenerselo stretto, allontanando anche le poche voci che si erano affacciate dalle parti di Collecchio. Alle quali è seguita un’eco sorda, dove si avvertiva netta la volontà di Gervinho di rimanere al Parma e legarsi ad esso fino al 2022.

Se dovesse rispettare il contratto (condizionale d’obbligo con l’ivoriano) sarebbe sicuramente il suo legame più duraturo dai tempi di Roma. Una scelta di vita, quasi, considerato che Gervinho avrebbe 35 anni. E allora D’Aversa può godersi ancora le sue sgroppate, con la speranza che si ripeta il miracolo dell’anno scorso.

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