Il tecnico del Torino sedeva in panchina a Frosinone nell’indimenticabile notte del 18 maggio 2018 che segnò il ritorno dei crociati in serie A
Mors tua, vita mea. Ogni volta che le strade di Moreno Longo e del Parma si incrociano la memoria torna puntualmente all’indimenticabile notte del 18 maggio 2018 che segnò il ritorno dei crociati in serie A. A discapito del Frosinone, poi promosso attraverso i play-off, allenato all’epoca dall’attuale tecnico del Torino che visse il momento peggiore della sua giovane carriera in panchina
ALL’ULTIMO RESPIRO. Il pallonetto di Floriano allo scadere, che consentì al Foggia di agguantare un incredibile pareggio (2-2) allo scadere allo Stirpe, negò ai ciociari un salto di categoria che sembrava ormai fatto. L’harakiri in piena regola scatenò, a centinaia di chilometri di distanza a La Spezia, la gioia irrefrenabile di giocatori e tifosi del Parma che seguirono con trepidazione quei palpitanti minuti finali.
RIVALITA’. Una rivalità accentuata da alcune “punzecchiature” tra D’Aversa e lo stesso Longo, che hanno un bilancio in perfetta parità (una vittoria a testa e lo 0-0 dello scorso anno in A) nei tre precedenti. “D’Aversa ci dà già vittoriosi, ma in questi giochini non ci casco“, disse l’allenatore torinese alla vigilia dell’ultima giornata che poi effettivamente risultò fatale prima del nuovo confronto nella massima serie, chiuso a reti inviolate, in cui Bob accantonò la diplomazia. “Mi aspettavo un Frosinone un po’ più propositivo, leggendo anche le dichiarazioni in settimana. Forse è stata una tattica per farci scoprire e poi metterci in difficoltà nelle ripartenze“.
PROSSIMA PUNTATA. Per uno strano scherzo del destino Longo andrà a caccia della rivincita e del secondo successo in serie A, il primo alla guida della squadra della sua città, contro il Parma che non avrà in panchina il proprio condottiero appiedato dal Giudice Sportivo. La speranza è che possa finire come nel maggio di due anni fa.