Da Perani a Donadoni sono ben sette gli allenatori che nel corso della carriera hanno guidato entrambe le squadre emiliane
La Gazzetta di Parma spulcia negli almanacchi e pesca i doppi ex del derby tra Bologna e Parma, accomunate da affinità culturali e vicinanza geografica, che hanno favorito spesso i passaggi dall’una all’altra sponda. Lungo l’elenco dei giocatori, tanto per citarne alcuni Di Vaio, Gilardino, Nakata, Fontolan, Marcello Castellini e Torrisi, ancora più ampio in proporzione il numero di tecnici, ben sette, che nel corso della carriera hanno guidato entrambe le squadre emiliane.
Escludendo Ballardini, che si fermò soltanto alla Primavera crociata, il primo in assoluto è stato Marino Perani (scomparso nel 2017) l’artefice dello spumeggiante salto in serie B a Parma nella stagione 1983-84. Un altro allenatore vincente fu Alberto Malesani, che conquistò le famose tre Coppe nel 1999 e un decennio più tardi condusse i felsinei ad una salvezza tranquilla nonostante i problemi societari e la penalizzazione di tre punti. Un buon ricordo ha lasciato anche Renzo Ulivieri, protagonista tra il ’94 e il ’96 della doppia promozione del Bologna dalla C1 alla A e nel 2001 della rimonta dei ducali valsa la qualificazione in Champions League.
Non si rivelò profeta in patria il parmigiano Stefano Pioli, esonerato dopo pochi mesi dal neo patron Ghirardi ma prima e dopo apprezzata guida tecnica all’ombra delle Due Torri: per lui scudetto tra gli Allievi nel 2001 e due onorevoli piazzamenti in serie A. Bilancio ampiamente in attivo anche quello di Francesco Guidolin, che sfiorò il quarto posto nel 2003 nel capoluogo emiliano e trascinò il Parma all’immediato ritorno in serie A, dove ottenne una salvezza in carrozza, sei stagioni più tardi. Poi i casi più recenti di Franco Colomba, già bandiera del Bologna da giocatore e capace di mantenere in serie A tutte e due le compagini, e l’ultimo di Roberto Donadoni, che raggiunse a Parma l’Europa League revocata a tavolino e dopo il fallimento venne chiamato in corso d’opera dai rossoblù ai quali regalò tre permanenze in categoria senza troppi patemi.
