In questi giorni l’Italia sogna il trionfo in Europa League con una squadra tra Milan e Roma certa di approdare in semifinale e un’altra, l’Atalanta, che dopo il 3-0 rifilato all’andata dei quarti di finale al Liverpool accarezza l’idea dell’impresa. Un successo finale dei nerazzurri rappresenterebbe il ritorno di una squadra di provincia ai vertici europei, proprio come fece il Parma targato Alberto Malesani.
Malesani rivive le magiche notti europee col Parma
“Dei nostri successi in Europa ricordo tutto, ogni minimo particolare. E mi fa piacere che a distanza di tanti anni si torni a parlare di ciò che ha fatto il mio Parma. Quel Parma sembrava programmato al computer, tutti sapevano quello che dovevano fare. C’erano grandissimi giocatori come Buffon, Thuram, Cannavaro, Chiesa, Crespo, Veron, questo va sempre ricordato, perché senza grandi giocatori nessun allenatore può vincere – ha detto alla Gazzetta dello Sport -. Il Parma di quel periodo era al terzo posto del ranking mondiale. Sapete che cosa significa? Incredibile per una squadra di provincia, che aveva sì una multinazionale come la Parmalat alle spalle ma non aveva certo il seguito di pubblico dei grandi club. Certe critiche per non avere vinto lo scudetto penso che siano state ingenerose. Per farlo, in Italia, è necessario anche avere un ambiente super, che galvanizza i tuoi giocatori e condiziona gli avversari, e magari pure l’arbitro. Questo ci è mancato“.