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Plusvalenze, Parma prosciolto

Buco nell’acqua da parte della Procura: le tesi della Procura Figc sono state respinte e spazzate via perché non convincono i metodi adottati dagli inquirenti per individuare parametri economici congrui da contrapporre a quelli riconosciuti come alterati

Finisce con il proscioglimento di tutte le società e dei dirigenti implicati il processo sulle plusvalenze in corso da alcuni giorni a Roma. Il Parma era tra le società coinvolte. Ma nella sentenza di primo grado, il Tribunale federale ha deciso di assolvere tutti. Il club crociato è stati difeso dall’avvocato Rigo, mentre Nuovo Inizio da Grassani, con coordinamento e consulenza del Dott. Valerio Casagrande, dell’avvocato Michele Belli e dal dottor Marco Bigliardi. Per il Parma la Procura della Figc aveva chiesto al tribunale solo una multa da 338mila euro. Si è concluso con il proscioglimento e un sostanziale nulla di fatto.

Per il Parma sembrava oggettiva la non influenza ai fini dell’iscrizione al campionato 2020/2021 considerato anche l’aumento di capitale da 8 milioni effettuato a metà giugno 2020 dagli azionisti per fronteggiare l’emergenza Covid e ripristinare il patrimonio netto.

Coinvolte, undici società, tra cui la Juventus, e i big della dirigenza bianconera: il presidente Andrea Agnelli, l’ex diretorre sportivo Fabio Paratici, l’attuale vicepresidente Pavel Nedved, l’attuale direttore sportivo, Federico Cherubini, e l’attuale amministratore delegato, Maurizio Arrivabene.

La Procura Federale aveva chiesto per Paratici 16 mesi e 20 giorni di inibizione, visti i 32 contratti ritenuti “gonfiati”. Dodici i mesi chiesti per Agnelli, 8 mesi per Nedved e Arrivabene, per Cherubini 6 mesi e 20 giorni. A livello societario, era stata chiesta una multa pari a 800mila euro.

Invece, poco fa, nel primo pomeriggio di venerdì 15 aprile 2022, ecco la sentenza, arrivata in netto anticipo rispetto ai tempi: tutti prosciolti. Dalle società ai dirigenti. Il giudice, quindi, ha accolto tutte le istanze dei legali dei club, che avevano sin da subito contestato il modello utilizzato dalla Figc per la valutazione di ogni singolo giocatore alla pari dell’accusa di illecito.

Essendo questa la sentenza di primo grado, il procuratore federale Giuseppe Chiné, una volta in mano le motivazioni – che dovrebbero essere pubblicate entro una settimana – deciderà se ricorrere o meno in merito alla sentenza.

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