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Dal Cosenza a Cosenza: il Parma ha cambiato tutto ma non la classifica

Un girone fa Maresca era stato esonerato, arrivava Iachini e cambiavano le strategie di mercato. Ma non la classifica: dal 14esimo posto al… 14esimo posto

Tra il presente e soprattutto il futuro c’è la partita contro il Cosenza. Non vale certo come quella che l’Italia deve giocare contro la Turchia, martedì sera, ma è indicativa comunque del campionato anonimo che il Parma rischia di affrontare fino alla fine se non arriva un colpo di coda che allontani la matematica in maniera convinta. I ragazzi di Bisoli si giocano molto di più rispetto al gruppo di Iachini: ci sono in palio punti pesanti per la salvezza, una missione quasi impossibile per i calabresi che hanno chiamato a raccolta i tifosi per un finale di stagione da vivere in maniera intensa. Anche da quelle parti, come a Parma, la speranza è l’ultima a morire e finché la matematica non pone fine alla corsa, entrambe giustamente lotteranno per raggiungere l’obiettivo. Ma in maniera realistica il club di Krause si sta portando avanti anche in vista della prossima annata, da non sbagliare come le precedenti due vissute al comando di una squadra che prima è retrocessa da ultima in classifica e adesso si appresta a vivere una coda di stagione senza colpi.

E il disastro sportivo è presto immortalato, se si guarda la classifica e tutto quello che è successo in un girone. Dal Cosenza al Cosenza, in casa Parma è cambiato tutto ma non è servito a niente. A novembre, dopo la partita contro i rossoblù, la squadra di Maresca era 14esima, con 17 punti dopo 13 partite, veniva dall’1-1 che in pieno recupero non è diventato 1-2 solamente per la palla di Gerbo sbattuta sulla traversa della porta di Buffon. Sarebbe stata una beffa ma non avrebbe cambiato di molto le cose. Alle porte di aprile, con la rivoluzione tecnica che ha cancellato tutti i buoni propositi e i proclami di Krause e dei suoi dirigenti, la classifica è rimasta ancora la parte peggiore di una squadra che ha cambiato allenatore, uomini, strategie ma non è riuscita a modificare il suo status di gruppo incompiuto, dato che dopo un girone (e un mercato che ha visto tra gli altri gli arrivi di Pandev e Simy) occupa la medesima posizione (quattordicesima in classifica) con 39 punti che collocano il Parma nel limbo delle squadre che si aggrappano solo alla matematica per dare un senso a questa corsa.

L’esonero di Maresca, salutato un girone fa perché la prestazione con il Cosenza aveva spaventato e preoccupato l’area tecnica, non è servito a dare la spinta a un Parma incapace di raddrizzare la mira dopo un girone di andata che lo ha visto in affanno, che ha denunciato carenze importanti in fase di assemblaggio tanto che neanche Iachini, un vincente in questa categoria, è riuscito a cambiare le carte in tavola. Il miglioramento c’è stato sul piano dell’organizzazione, del concedere sempre meno e del trovare una quadra, ma non si è tradotto in punti. Anzi: quando Maresca ha lasciato la panchina, il Parma era 4 punti dall’ottavo posto. Adesso è a 10 punti dai playoff, obiettivo minimo di una stagione che – forse anche dalle parti di Collecchio – sperano finisca presto.

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