Il vice sindaco a Bar Sport: “Se il Parma decide di andare a giocare in un altro stadio magari in 2 anni si finisce tutto”
“Dopo un anno è arrivata finalmente la delibera di interesse pubblico ed io, in qualità di assessore, ho apposto l’ultima firma: ora verrà sottoposta al Consiglio Comunale, lunedì 24 gennaio, che si esprimerà, nonostante la maggioranza del gruppo “Effetto Parma” si sia già dichiarato a favore dell’intervento per cui non ci dovrebbero essere particolari problemi“. Marco Bosi, vice sindaco di Parma e assessore allo Sport del Comune, a Bar Sport diffonde buone notizie sul fronte stadio. Notizie che non possono non far piacere al presidente Krause, in america in attesa della ripresa del suo Parma, bloccato due volte dalla situazione Covid che ha falcidiato il Crotone.
“Il Parma avrà diritto di depositare un progetto definitivo – spiega Bosi a Tv Parma -. Ho vissuto da vicino anche la frustrazione del presidente che fatica a comprendere come non si riesca in Italia a rispettare le tempistiche che le stesse leggi dettano agli enti pubblici. C’è da dire che con i tempi che ci siamo dati, seppur siamo andati oltre, siamo stati più veloci di città come Milano, Roma e Firenze, dove non riescono a trovare soluzioni, mentre qui la nostra politica una decisione l’ha presa. Tempistica? Il Parma potrà depositare il progetto definitivo ed entro 120 giorni la Conferenza dei Servizi Decisoria deve dare un parere, quindi 4 mesi. Dopodiché ci sarà la gara e terminata quella potrà partire il cantiere. La durata dipende dal compromesso che si farà a livello sportivo: se si decide di andare a giocare in un altro stadio magari in 2 anni si finisce tutto. Se non si rinuncia a giocare al Tardini, e si facesse un lavoro a stralci suddiviso in determinati periodi, magari i 2 anni diventano 4. Credo che per alleviare il disagio che si arrecherà ai residenti, terminare i lavori nel più breve tempo possibile sia la soluzione migliore. Allontanarsi troppo dal pubblico non sarebbe di certo una situazione favorevole per la squadra.
NO A CATTEDRALI DEL DESERTO – “La proposta del Parma è stata quella di riqualificare il Tardini lì dov’è, questa è la loro visione che l’amministrazione ha condiviso. Non si è voluto portare lo stadio in mezzo ad una campagna, ed inoltre il Comune non avrebbe gli oltre 100 milioni per spostare l’impianto in un’altra zona ed il club ritiene che quella sia la posizione strategica per far sì che lo stadio viva settimanalmente, anche oltre i 90 minuti. Gli stadi stile San Nicola di Bari, che sono “Cattedrali nel deserto”, sono bellissimi architettonicamente, ma fuori dalla concezione del modello che il presidente ha voluto sposare, così come tutte quelle squadra che hanno deciso di rinnovare l’impianto. Ciò non vuol dire che si debba fare un centro commerciale con appiccicato un campo da calcio: il nostro obiettivo è quello di creare una superficie commerciale di 2000 metri quadrati (un supermercato della Conad è più grande…), con alcune attività. La nostra idea è quella che il nostro Tardini resti un luogo dello sport, nel quale le famiglie possano recarsi anche per poter fare altro, il che non vuol dire andare solamente nei negozi: quello è un concetto, a mio avviso, ormai superato…“.