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Buffon: “Parma è la storia, tutti devono conoscerla”

Il portiere torna nel club che lo ha fatto diventare grande. “Ho pensato venti giorni poi mi è salito qualcosa e ho avvisato mia moglie”

L’attesa è finita, da buon supereroe Gigi ha indossato il mantello per planare dopo vent’anni nel suo Stadio, quello che lo ha adottato da giovane regalandogli anche dei successi, prima di lanciarsi a pieno titolo nel mondo dei grandi che ha dominato per tanto tempo, con l’etichetta del portiere più forte del mondo. E pazienza se l’unico successo in Europa, Buffon l’ha ottenuto con il Parma. Dopo 7310 giorni, il numero uno dei numeri uno torna a indossare i colori gialloblù. C’è una grafica che campeggia sul monitor del tavolo della conferenza: lui con le mani sui fianchi mentre indossa la maglia di Superman, la stessa che fa da sfondo su un ragazzino con i capelli lunghi e le braccia al cielo che stringono la maglia che andrà a vestire ancora. Il mitico gesto dopo aver parato il rigore a Ronaldo, un altro alieno come lui. “Con questa scelta l’unico messaggio che ho dato è stato quello di conoscermi profondamente, sapere che se non ho un coinvolgimento emotivo nelle cose che faccio le cose non mi riescono perfettamente bene come sono abituato a fare. Ho pensato venti giorni, fra le opportunità che potevo avere, Un giorno mi è salito un qualcosa dalle viscere, ho mandato un messaggio a mia moglie dicendole: “Amore si va a Parma, ho deciso che è la cosa migliore“”.

CAMBIAMENTI.E’ cambiato l’uomo, quando passi dai 23 ai 43 c’è una fase di maturazione. Ero un guascone e irriverente da ragazzo, sono riuscito a dominarlo questo aspetto. E però me lo tengo per le volte che mi serve avere un po’ di energia. Ho bisogno ancora di quel ragazzo e quei sogni per interpretare il mio ruolo e la mia professione. Non sono stato in città, la prima emozione mentre facevo le scale è stata quella tipica del tempo. Sono passati vent’anni ma sembra ieri. Pochi possono dire di essere tornati in un posto dopo vent’anni a livello professionistico. Mi sento ancora un grande portiere, ho sentito tanta fiducia. Ho tanti obiettivi con la squadra, con i dirigenti“.

MESSAGGIO. “Ai tifosi dico che la scelta di tornare a Parma è sicuramente perché ho il desiderio di condividere con Parma tutta, quelli che saranno i risultati futuri della squadra. Nella mia scelta, la loro posizione è stata predominante. Gli attestati di stima, da parte dello stadio, a parte qualche sporadico caso, mi hanno toccato e fatto piacere. Ho dato a Parma e ai parmigiani quello che meritavano e mi avevano dato. Sono sempre stato un elemento aggregante e mai divisivo, lungi da me diventarlo oggi. Il rispetto, l’amore e la stima vanno conquistati. Quei messaggi che mi arrivano sono stati importanti e mi hanno influenzato nella scelta“.

MARESCA. “Con il mister, ci siamo sentiti due tre volte, per degli aspetti prettamente tattici. Avevo bisogno di ricaricare le pile, volevo fare la scelta che poteva emozionarmi di più. Ho la certezza di essere un portiere forte forte se il mio coinvolgimento emotivo è totale. Altrimenti rischio di fare brutte figure“.

SERIETA’. “La prima valutazione che ho fatto a fine partita con i miei dirigenti della Juventus dopo la partita con il Parma, ho detto: “la cosa che mi fa più felice in questo momento, è che anche se retrocede il Parma è in ottime mani. Una persona distinta, che difficilmente trovi nel mondo del calcio. Il Parma ha un futuro roseo. Nel 2006 ho scelto la Juventus, nel 2021 ho scelto il Parma, né prima, né dopo ho scelto la Serie B. Non sono cambiate le regole e se non cambiano le regole mi diverto“.

STORIA DEL CLUB. “E’ cambiato il mondo, il calcio, le generazioni e il modo di approcciarsi e interagire negli spogliatoi. Una cosa che mi ha stimolato a venire è stata la conferenza di Enzo Maresca, quando ha detto: “Importante è che chi vuole rimanere rimanga, chi vuole venire venga davvero”. Questa cosa mi ha dato fastidio, perché non sanno che cosa rappresenta il Parma. La storia del Parma. Stai parlando di una storia che non è dell’ante guerra, è una storia vicina. Il Parma è il quarto club in Italia con più vittorie, è il sedicesimo club più vincente. Devi conoscere la storia dei club in cui vai, altrimenti fai fatica a fare quello che devi fare”.

MOTIVAZIONI. “Se ho fatto questa scelta è anche perché sarò felice di sentir dire i giovani tifosi: “Ho visto Buffon nella mia squadra del cuore”. Ce ne sono tantissime di motivazioni. Parlavo con mia moglie e dicevo: “I miei figli sanno poco o niente di Parma e di quello che io ho rappresentato per Parma“. Mi dà fastidio il fatto che mio figlio non capisse cosa significasse per me Parma“.

MONDIALI. “Mondiali in Qatar? Non può essere un mio obiettivo, alla fine come dico sempre è cominciato un corso nuovo, di giovani. Un allenatore che sta facendo benissimo, deve avere ampia possibilità di scelta. Si arriva fino al 2022 a dicembre di arrivare al top. Grandi prestazioni e grandissime cose. Ho lanciato la sfida a me stesso“.

SERIE B. “La B per me fu un anno divertente, per molti ragazzi che l’hanno condiviso con me. Alla fine ti riappropri di una dimensione calcistica che ti ripora a quando eri ragazzo. Poi c’è da dire che noi in quella stagione eravamo talmente forti che ci potevamo permettere di fare i globetrotter e scherzare, ridere, vincere e tornare a casa. Le prime dieci partite furono molto difficili. So a cosa si andrà in contro, ci vorrà molta umiltà e molta determinazione“.

 

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