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Salvezza, ultimo volo Cagliari: sabato o mai più

Vincere potrebbe anche non bastare: serve uno scatto d’orgoglio

E’ sempre così: chi vince ride, chi perde pensa. E a Roberto D’Aversa, in questa stagione da quando è tornato sulla panchina del Parma è successo tante volte che pensasse, con la testa tra le mani, a quello che i suoi non hanno fatto. A quello che lui non ha fatto, essendo abbastanza critico ed esigente prima che con gli altri, soprattutto verso di lui, D’Aversa ci pensa spesso.

L’ottava sconfitta in 14 gare ha un sapore diverso: rischia di trascinare il Parma nelle sabbie mobili. I tre gol del Milan ampliano il computo. 28 reti subiti, 2 a partita. Sono tantissimi per una squadra che deve salvarsi, banale dirlo. Sono tanti soprattutto per una squadra come il Parma, che negli anni precedenti sotto la gestione di D’Aversa, non aveva mai incassato così tanto. E in modo così facile, quello che sorprende è questo. Contro il Milan non sono servite neanche l’espulsione di Ibra e la superiorità numerica, per rimettere la nave in traiettoria non è servito neanche il graffio di Gagliolo. Con il passare del tempo le onde hanno inghiottito l’equipaggio, con i mozzi di D’Aversa incapaci di riprendere in mano il timone per aiutarsi e scavallare la tempesta.

Niente, la difesa del Milan ha avuto gioco facile, e Donnarumma, dopo il gol e le due parate decisive, non ha rischiato in pratica nulla, solo su colpo di testa di Bani alla fine di una partita senza sussulti, purtroppo. Per un Parma che si sente sempre più solo, al penultimo posto, preso già da un piede dalla morsa delle sue paure che lo trascinano sempre più giù. Il colpo del Torino a Udine ha affossato ulteriormente il morale, ma sabato sera a Cagliari c’è da lottare per sperare ancora, pregando che dagli altri campi domenica, da Torino-Roma in particolare. E’ l’ultima occasione, non serve aggiungere altro. Lo sarà anche per molti calciatori, alla fine di un ciclo, quello vincente che aveva riportato il Parma nella leggenda. E che adesso piano piano lo sta riportando in basso, assieme a qualche scelta non proprio azzeccata dalla nuova proprietà, che si è lasciata trasportare dall’impeto del pallone. Un mondo nuovo, che non fa sconti. Per nessuno. Non basta l’entusiasmo, serve adesso la programmazione. Ma è ancora presto per mollare la presa.

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