Il centravanti del Parma, che non giocava titolare dallo scorso 19 dicembre, si è caricato sulle spalle l’intero reparto dispensando consigli
“Se insisti e resisti, raggiungi e conquisti“. Così Graziano Pellè ha celebrato, citando Trilussa, su Instagram la vittoria sulla Roma e, soprattutto, il suo ritorno in campo dal 1′ a distanza di quasi tre mesi fa da quel 19 dicembre, giorno del trionfo nella finale di Chinese Fa Cup dello Shandong Luneng ai danni dello Jiangsu Suning. L’ultima partita in Cina prima di indossare la maglia crociata per la seconda volta in carriera: non gli capitava dall’agosto 2012 (scampoli contro la Juve prima della cessione al Feyenoord) e, se il discorso si restringe ai galloni da titolare, bisogna risalire addirittura al 4 dicembre 2011 al Tardini nel pari a reti inviolate col Palermo e due settimane prima dell’unico gol in serie A, da subentrante, di fronte al “suo” Lecce.
SACRIFICIO. D’Aversa ha spesso sottolineato l’assenza di un centravanti di ruolo nell’ultimo periodo e a vedere il lavoro sporco di Pellè si è ben presto capito il motivo. Tanto sacrificio spalle alla porta, una miriade di palloni calamitati e falli subìti per far salire e respirare la squadra, in cui, essendo il più “anziano” tra gli undici scelti in avvio, si sente già un vero leader. Spesso e volentieri ha chiamato accanto a sè i giovani compagni di reparto Man e Mihaila per spiegare i movimenti e dispensare consigli, facendo quasi le veci di D’Aversa in tribuna.
RIGORE PROCURATO. Una prova maiuscola a tutto tondo, impreziosita dal rigore guadagnato per il fallo di Ibanez che è valso il definitivo 2-0 di Hernani. Peraltro quando era già ampiamente in riserva, tanto da richiedere il cambio di lì a poco con l’ingresso al suo posto di Zirkzee che, seppur volenteroso, ha mostrato di avere una marcia in meno rispetto al collega più navigato in termini di esperienza, carisma e funzionalità al gioco di squadra. La condizione fisica precaria è l’unico “nemico” di Pellè che, guarito da un problema muscolare al tricipite surale destro, deve necessariamente stringere i denti e fare gli straordinari, complici gli infortuni degli altri attaccanti Cornelius e Inglese. “Se insisti e resisti, raggiungi e conquisti“. Il suo motto è anche quello del Parma che si affida a lui per tentare il miracolo salvezza.