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Santa Krause, se ci sei batti un colpo

L’entusiasmo, la passione e la serietà del presidente non hanno finora trovato alcun riscontro sul campo dove il progetto stenta a decollare

Se lo sarebbe immaginato sicuramente ben diverso il suo primo Natale da presidente del Parma. Kyle Krause, che da gennaio si dedicherà a tempo pieno alle vicende del club, deve, invece, fare i conti a poco più di un terzo del cammino con una serie di prestazioni deludenti e risultati preoccupanti della squadra, culminate nella doppia sconfitta di fronte a Juventus e, soprattutto, Crotone prima della sosta. Vero che i crociati, comunque vada il resto della giornata, trascorreranno la sosta natalizia al di fuori della zona retrocessione ma il progetto tecnico intrapreso in estate stenta a decollare e prendere forma.

BASTA ATTENUANTI. Dopo quattordici turni di campionato, aggrapparsi alle solite attenuanti, peraltro tutte legittime, su mancanza di ritiro, poco tempo a disposizione, infortuni e problemi legati al Covid non serve più a nulla se non ad alimentare ulteriormente il malumore e le critiche della piazza, che ha già individuato da tempo il capro espiatorio di questa situazione. Fabio Liverani, nonostante la marcia indietro nella scelta del modulo e il lodevole tentativo di volersi adattare alle caratteristiche dei propri giocatori, non sta dando nè un’identità di gioco nè tanto meno la serenità e le sicurezze di cui avrebbe bisogno chi scende in campo, specialmente se giovane e alla prima esperienza in Italia.

IMPATTO ZERO. Altro aspetto inconfutabile l’apporto minimo dei nuovi acquisti, alcuni dei quali molto acerbi e non ancora pronti per alternarsi fin da subito ai titolari. L’unico a guadagnarsi un posto fisso nell’undici iniziale è Osorio e i segnali confortanti mostrati ieri da Brunetta non fanno altro che sconfessare qualche azzardo di Liverani, reo di aver riproposto il miglior centrocampista della rosa (Kucka) nel ruolo di esterno destro e confermato Sohm in regia dall’inizio, nonostante le alternative (Brugman o Hernani più di Cyprien ancora lontanissimo dagli standard di Nizza) offrissero maggiori gatanzie.

TRA MERCATO E RIVOLUZIONI. Il ds Carli si è già assunto le sue colpe ma ora tocca a Santa Krause intervenire con decisione per evitare di arrivare a un punto di non ritorno. Troppo facile chiedere la testa di Liverani ma non se non si hanno le idee chiare in testa di come portare avanti un progetto già traballante. Richiamare D’Aversa, sotto contratto fino al 2022, significherebbe rinnegare, da entrambe le parti, il divorzio consumato in agosto e prendere a libro paga un terzo allenatore (già ma chi corrisponderebbe al profilo giusto?) pare essere un rischio non calcolato. Restano due le strade da percorrere: un massiccio intervento sul mercato a gennaio, specialmente nel reparto offensivo (il secondo meno prolifico con tredici reti all’attivo) e inchiodare i giocatori alle loro responsabilità, ribadendo, allo stesso tempo, la fiducia nell’operato di Carli e Liverani.

SEGNALE. Il ritiro non è la soluzione a tutti i mali ma può aiutare a ricompattare l’ambiente in previsione dell’importante scontro salvezza del 3 gennaio al Tardini contro il Torino. L’entusiasmo, la passione e la serietà del presidente americano in questi primi tre mesi alla guida del Parma meritano ben altra risposta da tutte le parti in causa che, per potenzialità e rendimento, non possono essere quelli visti all’opera finora in campionato. Urge una sterzata prima che sia troppo tardi.

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