L’attaccante senegalese, tra i grandi protagonisti della cavalcata dai dilettanti alla serie A, si congeda. “Ho dato sempre il massimo, mi sentivo uno di voi”
L’ultimo superstite della cavalcata dai dilettanti alla serie A, Yves Baraye, torna in prestito al Gil Vicente in Portogallo e saluta formalmente il Parma visto che il suo contratto con i ducali scadrà alla fine di questa stagione. Ecco le sue parole rilasciate in una lunga intervista alla Gazzetta di Parma. “Mi ricordo tante cose di questi anni. Mi ricordo che non mi conosceva nessuno, anche se avevo già giocato in C e in B. Parma poi mi ha dato un’opportunità di crescere unica. E io credo di aver ripagato il Parma con quello che ho dato in campo. Ho dato sempre il massimo. Mi sono innamorato della città, dei tifosi”.
RICORDI. “I tifosi mi hanno sempre salutato e abbracciato, ancora oggi mi mandano messaggi. Il gol alla Reggiana? Indimenticabile poi la curva, le difficoltà di quel momento..Ma il mio rapporto con la piazza è andato oltre quel gol o la maschera“.
IL MANCATO DEBUTTO IN A. “Forse ci speravo. Ci speravano anche i tifosi. Era il mio sogno. Mi brucia ancora, ma fa parte del destino. Non volevo che fosse regalato, volevo meritarmi quella chance. Di Parma non potrò mai dimenticarmi dei tifosi. Mi sentivo uno di loro, giocavo come se il Parma fosse la mia squadra. Giocavo con il cuore, volevo solo che il Parma vincesse. Non pensavo a me, non pensavo ai gol”.