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Dalla Spal all’Inter: la fatal rimonta poi il buio

Un sottile filo conduttore unisce le ultime stagioni in serie A del Parma che dopo i due ko casalinghi è passato dal sogno Europa alla crisi nera

Errare è umano, perseverare è diabolico. Non sono in pochi a notare le analogie tra le due stagioni in serie A del Parma, diverse nel loro svolgimento (quest’anno lo stop forzato di oltre tre mesi e le tante partite ravvicinate tra giugno e luglio hanno sicuramente inciso sul rendimento di molte squadre), che, però, hanno un punto di svolta ben definito, purtroppo in negativo. Dal sogno Europa all’incubo di una salvezza matematica che tarda ad arrivare e un girone di ritorno contraddistinto più da ombre che da luci. La genesi, dicevamo, quello “sliding doors” da cui sono iniziati i guai tra le fila dei crociati, entrambe le volte sconfitti in rimonta nella partita chiave che poteva dare un’impronta diversa all’intero campionato.

BESTIA NERA. Sempre al Tardini, sempre avanti nel punteggio e in piena corsa nei piani alti fino a ripresa inoltrata poi il blackout totale che è proseguito nelle settimane successive. Il 27 gennaio del 2019 il 2-3 con la “bestia nera” Spal (alla doppietta di Inglese risposero in appena diciassette minuti il neoentrato Valoti, Petagna e Fares, autore del gol del definitivo sorpasso all’87’) e da allora si entrò in un tunnel senza fine che produsse un misero bottino di due vittorie, sette pareggi e nove ko e la salvezza blindata solo alla penultima giornata in un soffertissimo 1-0 interno alla Fiorentina.

BEFFA NERAZZURRA. Il 28 giugno di quest’anno tocca, invece, all’Inter espugnare immeritatamente il Tardini negli ultimi minuti, tra il 39′ e il 42′ della ripresa. Prima De Vrij poi l’ex Bastoni, in campo nel Parma contro la Spal e salito dalla panchina così come Valoti, condannano la truppa di D’Aversa, avanti fin dal quarto d’ora grazie allo spunto di Gervinho ma incapace di chiudere i conti. Vincere avrebbe significato agganciare il Milan al settimo posto in classifica a quota 42, che il Parma non ha ancora raggiunto.

STRISCIA NERA. Anzi il solo pari racimolato proprio in extremis sul Bologna (unico momento di esaltazione che ricorda, seppur molto vagamente, il 3-3 all’Allianz Stadium) ha evitato quella che sarebbe stata una striscia negativa di sette battute d’arresto in stecca. Ma dal possibile piazzamento europeo si è passati alla necessità di fare in fretta quei due punticini (anche uno visto che il Lecce dovrebbe vincere tutte le gare e lo scontro diretto con tre gol di scarto) che metterebbero al riparo da qualsiasi cattiva sorpresa nell’ultimo turno al Via del Mare. Ok, la permanenza in categoria è una pura formalità ma i due finali in caduta libera impongono una serie di riflessioni sulla tenuta mentale del gruppo che perde la partita del salto di qualità e si scioglie come neve al sole.

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